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Pisogne

A Pisogne, vari ritrovamenti e tracce testimoniano sia la presenza di antichi insediamenti preistorici che il ruolo centrale, a livello industriale e commerciale, ricoperto dal paese in epoca romana per la sua posizione privilegiata (tra Valle Camonica e Sebino) e la sua morfologia. Presso la contrada di Grignaghe vi sono ancora, infatti, ricchi filoni di ferro con numerosissime miniere. All’ingresso di Pisogne è posta la statua di un grande cavallo bianco. Il centro si snoda attorno alla grande piazza del Mercato, che si apre verso il lago. Sulla piazza si affaccia la torre del Vescovo, alta circa 30 mt., fatta erigere assieme al altre fortificazioni durante una delle battaglie fra Bergamo e Brescia del XII sec. Durante il tardo Medioevo fecero rumore i processi contro le streghe che, si narra, furono tenute prigioniere nella torre e bruciate vive nella piazza. Da piazza del Mercato inizia piazza Corna Pellegrini, che sale fino alla chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, con dipinti del XIX sec ed il grande organo Serassi di metà ’800, con più di 2000 canne. All’inizio di Piazza Corna Pellegrini inizia a destra via Torrazzo, lunga e tortuosa strada che attraversa il centro del borgo medievale. Salendo per via dei Monti, che si incrocia a sinistra, si giunge a una porta medievale. Proseguendo per via Torrazzo e quindi per via Mercanti fino all’inizio di via Mandolossa si incontra la porta Capovilla, che chiudeva l’abitato a sud. Sempre da via Torrazzo, scendendo verso il lago attraverso via Speranza si incontra, all’angolo con via Nave Corriera, una pittoresca casa del XVII sec. A monte del borgo medievale, sulla strada verso la Val Palot, si incontra la chiesa di S.Maria della Neve (XV sec.), sotto il cui portico di sinistra sono visibili degli affreschi, con storia di Adamo ed Eva. Il portico di destra è diventato la cappella dell’ex ospedale, mentre sulla facciata, in basso a destra, rimangono tracce di motivi iconografici diffusi nel XV sec. All’interno della chiesa è visibile un magnifico ciclo di affreschi di Girolamo Romanino raffiguranti scene della vita di Cristo, eseguiti negli anni 1532-34. Proseguendo lungo la strada verso la val Palot si incontra la pieve di S.Maria in Silvis del sec. VIII e ricostruita nel XV sec., con facciata decorata in pietra rossa. Sul lungolago, di recente ampliamento e ristrutturazione, si ricorda una scultura a forma semicircolare, composta da 10 pilastri sui quali è riportata una frase di Renato Guttuso, dedicata all’artista Romanino: «Romanino ci serva, ci inviti a guardare la realtà e ad avere il coraggio di andarci dentro, anche se essa è grande e terribile». Sono consigliate le visite anche alle piccole frazioni di Gratacasolo, Toline, Pontasio, Siniga, Grignaghe, Sonvico e Fraine: un iter suggestivo tra le acque del lago e la quiete dei boschi.

Magica gita in Valseriana e Val di Scalve

In queste magnifiche valli le offerte didattiche sono innumerevoli e pronte a soddisfare bambini e ragazzi nelle loro fantastiche gite scolastiche. Passaggi acrobatici fra gli alberi, percorsi mirati con diversi livelli di difficoltà, pensati per essere adatti a qualsiasi esigenza e a tutte le età: se siete alla ricerca di momenti magici ed emozioni forti, i parchi avventura della ValSeriana fanno proprio al caso vostro! Camminate in montagna a misura di bambino, stare all’aria aperta, osservare le meraviglie della natura e respirare a pieni polmoni la frizzante aria di montagna: niente di meglio per i piccoli escursionisti. Portateli alla scoperta di itinerari suggestivi che hanno l’acqua come comune denominatore: acqua che scende impetuosa dalle cascate e placidi torrenti che scorrono all’ombra di boschi ricchi di biodiversità. Una meraviglia per gli occhi ad ogni passo. La curiosità dei bambini non si ferma mai. Trovarsi in un ambiente nuovo scatena la curiosità dei più piccoli. Per rispondere alle loro domande e spronarli alla scoperta del mondo vi invitiamo a visitare gli osservatori floro-faunistici e astronomici sparsi sul territorio, e a scoprire le tradizioni e la storia del sottosuolo della ValSeriana e della Val di Scalve visitando le miniere e gli ecomusei. La Miniera di Foghera consentirà ai ragazzi di fare un salto nel tempo e scoprire l’antica vita mineraria. La visita al parco minerario di Schilpario permetterà di scoprire la storia e la cultura mineraria della Val di Scalve. Nel laboratorio del Museo armi e pergamene di Gromo ogni bambino realizzerà il proprio stemma per ricordare la nobiltà della sua antica casata! Al parco archeologico di Parre invece entrerai in un laboratorio dove farai un viaggio nelle antiche tecniche di fusione dei metalli e dei curiosi manufatti ritrovati nell’abitato, tra cui quelli del “ripostiglio del fonditore”. Ciascun bambino si immedesimerà in un piccolo metallurgico e realizzerà nella propria matrice la forma dell’oggetto preferito. Il laboratorio dell’ecomuseo Valborlezza e Macer di Cerete ha temi come l’acqua fonte di energia ed il funzionamento dei mulini idraulici. L’incontro con un vero mugnaio ci svelerà i segreti della macinazione e poi tutti ad impastare farina, sale acqua per la produzione del pane tradizionale! L’ambiente del Triassico bergamasco ricorda quello delle attuali Bahamas: un mare tropicale ricco di pesci ti aspetta al Parco Paleontologico di Cene. A Leffe presso il museo del tessile i ragazzi potranno accostarsi ai telai didattici per apprendere l’arte della tessitura e, in base all’età, partecipare alla realizzazione di tessuti. Entrando al museo dell’illuminazione di Schilpario capirai quale è stato il primo ostacolo che l’uomo ha dovuto superare entrando in miniera: ovviamente il buio! Faremo un percorso affascinante tra più di 2000 lampade, carrelli e oggettistica. Un itinerario facile sterrato ci porta sulla cima del Purito. Vista a 360° sulle Alpi Orobie, sul paese di Selvino. Sulla vetta troveremo tantissime attrazioni. Le cascate del Serio, con i loro 315 metri di altezza, sono le più alte d’Italia e le seconde in Europa. L’enorme massa d’acqua viene liberata dalla diga 5 volte l’anno, da giugno a ottobre, creando uno spettacolo mozzafiato. Partendo da Valbondione, una camminata non difficoltosa e adatta a tutti permette di ammirare da vicino la maestosità delle cascate, attraversando luoghi suggestivi tra piccole valli, boschi e verdi prati.

Cinema a Pavia: la città attraverso la cinepresa

La città di Pavia, come alcuni luoghi in provincia, è scenario di pellicole che hanno fatto la storia del cinema italiano
Cinema a Pavia: la città attraverso la cinepresa

Terme di Miradolo

Cascate d'acqua, docce emozionali e massaggi al cioccolato. Tra le colline che amava Petrarca
Terme di Miradolo

Museo della Pipa

Museo che si trova a Brebbia e ci racconta la storia della pipa attraverso una collezione privata.

La Valsassina

La Valsassina si collega al ramo lecchese del Lago di Como grazie a due sbocchi, a Lecco e a Bellamo. Questo itinerario montano ci porta alla scoperta di una valle tra boschi e torrenti, i cui punti di forza sono la produzione casearia, le diverse varietà di funghi che si trovano nei suoi boschi e la grande presenza delle castagne.  La partenza del percorso è Barzio dove è posta la Comunità montana e dove troviamo il Museo della Fornace.Superiamo con un piccolo tunnel la statale altamente frequentata.Continuiamo su questo percorso arrivando a Primaluna, dove nella piazza principale troviamo il Museo etnografico e la Chiesa Parrocchiale con la torre medievale, sino ad arrivare poi a Cortenova, dove finisce la pista. Occorre, quindi, riprendere la statale fino a circa 500 metri, dopo la galleria di Bindo, dove sulla sinistra si ritrova il sentiero sterrato.Dopo un breve tratto sterrato riprende la strada asfaltata che porta fino alla fine della ciclabile che raggiunge Tartavalle, antica località termale.  ITINERARIODistanza: 13.6 kmDifficoltà: facileFondo stradale: asfalto e sterratoDislivello: 171 m, - 355 m (Pendenza max: 40.2%, - 43,1% Pendio medio: 4.2%, -3.2%)Adatto a: tuttiTipologia di bicicletta consigliata: MTB e ibridaDurata media: 1 h (solo andata) ALMENO CINQUE PUNTI DI INTERESSE Museo della fornace a BarzioIl museo è stato aperto recentemente e contiene qualche attrezzo, in prestito dal Comune di Vendrogno e Premana- All'interno due schermi raccontano la storia dell’alpinismo. Geolocalizzazione su mappa: 45.94248, 9.45357   Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a PrimalunaLa parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, è affiancata da un antico campanile romanico. All'interno vi sono numerose tele del 500 e del 600, compresi tre quadri della scuola di Tiziano.Geolocalizzazione su mappa:45.98698, 9.4298  Museo Etnografico di PrimalunaIl Museo conserva oggetti della vita quotidiana contadina che si svolgeva in Valsassina tra fine ’800 e primo ‘900. Racconta la storia ed i modi di vivere di questa comunità. Geolocalizzazione su mappa: 45.98719, 9.42974   Parco Minerario di CortabbioLungo il percorso della miniera si incrocia il bianco filone mineralizzato di Barite e si raggiunge la maestosa caverna da dove si è estratto il minerale negli ultimi 30 anni. Info utili: http://miniere.valsassina.it/Geolocalizzazione su mappa: 45.98392, 9.40536   Terme di Tartavalle a TacenoEx stazione termale, il sito di Tartavalle divenne famoso nell'Ottocento grazie alla scoperta della presenza di una sorgente di acqua minerale. Oggi fa parte del complesso anche il Birrificio.Geolocalizzazione su mappa: 46.0198, 9.35627
La Valsassina

Lago d'Iseo: scoprilo dalla terra e dall'acqua

Un giorno, due visite guidate: al borgo di Iseo e a Monte Isola con tour privato in barca delle 3 isole

Greenway del Lario

Alla scoperta di paesaggi inaspettati sul Lago di Como
Greenway del Lario

Una montagna piena di bei fiori

Sentiero dei fiori a Oltre il Colle, tracciato dedicato a Claudio Brissoni
Una montagna piena di bei fiori

Da Cassiglio al Rifugio Lecco

La prima parte del percorso si sviluppa nel bosco per poi proseguire attraverso pascoli aperti fino ai Piani di Bobbio che sono una stazione sciistica della Valsassina in provincia di Lecco. Dall’antico borgo di Cassiglio, all’altezza della chiesa parrocchiale si imbocca la carrozzabile asfaltata che scende e attraversa il torrente Stabina. Oltrepassata una breve galleria, scavata nella viva roccia, la valle si allarga e ci si ritrova a costeggiare il lago artificiale di Cassiglio. Superato sulla sinistra un piccolo bar, si prosegue lungo la strada asfaltata che costeggia il torrente. Prima che la strada prenda a salire, sulla sinistra si stacca una larga mulattiera evidenziata da un cartello con indicati i tempi di percorrenza dell’intero percorso delle “Orobie Occidentali” e alcune semplici, ma importanti indicazioni. Si continua a salire nuovamente nel bosco e, dopo aver superato un traliccio dell’alta tensione, in pochi minuti si raggiunge il Passo Baciamorti. Dal passo è possibile spaziare con lo sguardo lungo la verdeggiante Valle Asinina mentre, in quota, sono visibili i vasti pascoli dei Piani dell’Alben dove è sito il Rifugio Angelo Gherardi.Lasciato il passo si prosegue salendo a mezza costa, in leggera salita, attraverso i pascoli del Pizzo Baciamorti fino alla Baita Rudera; si costeggia poi il Monte Aralalta e, dopo un tratto in salita, si raggiunge la sommità di un dosso erboso dove si trova la Baita di Cabretondo sulla linea dell’antico confine della Repubblica di Venezia. In breve si supera la bocchetta di Regadur, dove si nota la piccola Baita Regina, punto di raccordo con il sentiero che sale dal Rifugio Angelo Gherardi. Si percorrono gli ampi pascoli aperti fino a raggiungere in piano il passo deII’Aralalta, su alcune carte indicato come Passo di Sodadura. Si continua giungendo in vista del Rifugio Cazzaniga-Merlini, posto su di un piccola altura nella parte alta degli impianti di risalita dei Piani di Artavaggio. A sinistra, si trova il Rifugio Nicola. Successivamente si risale in direzione del colle posto fra la Cima di Piazzo e lo Zuccone Campelli. Si giunge alla Baita Bocca da dove si continua dirigendosi ai piedi delle pareti rocciose dello Zuccone Campelli. Dalla baita si scorge la Cornetta, bella cima e anche balcone naturale su Valtorta e la Valle Stabina. Il percorso si snoda lungo il versante Nord-Est dello Zuccone Campelli ed è caratterizzato da tratti piani seguiti da leggeri saliscendi che la particolare conformazione delle rocce calcaree rende obbligatori. Raggiunto un ripido canale, posto fra lo Zucco Barbesino e la Corna Grande, lo si risale fino a raggiungere la stretta bocchetta dei Megoffi che immette nell’omonima valle. Poco oltre, si giunge in vista del Rifugio Lecco collocato all’inizio del Vallone dei Camosci con alle spalle le “dolomitiche” pareti dello Zucco Barbesino e dello Zuccone Campelli, mentre più in basso è visibile la verdeggiante Conca Pascoliva dei Piani di Bobbio.
Da Cassiglio al Rifugio Lecco

Rifugio Benigni- Rifugio Cà San Marco

Lasciato il rifugio Cesare Benigni (2.222 m) si prende in direzione dell’asta portabandiera. Con ripidi tornanti, lungo un tracciato dal fondo sconnesso, si scende verso l’ampia conca erbosa fino all’inizio di un ripido canale roccioso percorso dall’acqua. Si discende per un centinaio di metri, quindi, lungo uno stretto, ma inciso sentiero, si percorre la base della bastionata rocciosa della Cima Piazzotti Orientale, ottima palestra d’arrampicata. Raggiunto un bivio si ignora il sentiero che scende a destra e si prosegue in direzione del passo di Salmurano (2.017 m) che si raggiunge con breve salita. Dal passo, antico e importante punto di collegamento con la Val Gerola, si procede in direzione di un traliccio ENEL lungo un agevole tracciato che sfrutta i camminamenti militari. Si continua poi a mezza costa, attorniati da cespugli di rododendro, mentre lo sguardo domina sulla sottostante valle di Salmurano e, attraversati diversi canali, alcuni dei quali percorsi dall’acqua, si raggiunge un ampio costone che si discende per ripido pascolo. Terminata la discesa si prosegue in piano e poco oltre una valletta s’incontra la baita Alta (1.997 m - 1h 15’ dalla partenza), situata nel suggestivo vallone dominato dalla cuspide del monte Valletto (fontana con acqua). Risalendo per una cinquantina di metri si raggiunge un’ampia spianata erbosa, nei pressi della vetta del monte Avaro.Su di un masso è indicata la possibilità di proseguire in quota aggirando il Pizzo Triomen oppure, in alternativa, di salire lungo il vallone detritico fino alla bocchetta Triomen (2.200 m) e poi abbassarsi fino a raggiungere i laghi di Ponteranica  (2.105 m), incastonati fra ripide pareti. Dai laghi si piega a destra lungo un primo tratto pianeggiante che dirige verso una costa erbosa quindi, seguendo le indicazioni, si scende fino a una bocchetta, punto d’incontro con il tracciato originale. Delle due possibilità, la più appagante sicuramente è la salita alla bocchetta Triomen con la successiva discesa ai laghi di Ponteranica, un angolo di Orobie che vale la pena ammirare. Escludendo la salita al passo, si prosegue per sentiero quasi piano fino ad affacciarsi sulla estesa conca pascoliva dei Piani dell'Avaro- Raggiunta una bocchetta lungo il crinale del Pizzo Triomen, si continua in leggera discesa verso un ampio pianoro erboso. Superata, a breve distanza, la baita Parisolo (1.819 m, 2h dalla partenza), si continua a mezza costa, lungo il fianco orientale dei monti Ponteranica e Colombarolo. Vinto un tratto in salita, lungo le pendici del monte Verrobbio, si prosegue fino al Piano dell’Acqua Nera (1.750 m) che, fra cespugli di pino mugo, si raggiunge in discesa lungo alcuni tornanti. Da qui, superato un corso d’acqua e prendendo a destra in leggera salita, ci si raccorda con il sentiero (segnavia CAI n° 161) che scende dal passo di Verrobbio e conduce all’ampio piazzale dove sorge il rifugio Ca' San marco  costruito a fine 1500 (1.830 m). Da qui si raggiunge il nuovo rifugio Passo San Marco 2000, distante pochi minuti, dove è possibile pernottare.  
Rifugio Benigni - Rifugio Cà San Marco

Passeggiata per i borghi intorno a Stazzona

Sul versante occidentale dell'alto Lario, alle porte della Valle Albano in provincia di Como, l'ambiente è molto suggestivo. A Stazzona ancora sopravvivono le testimonianze di un architettura rurale tipica della zona, le caratteristiche costruzioni con il tetto di paglia di segale. Un itinerario all'ombra dei boschi che circondano i paesi di mezza montagna adatto a tutti. Da Dongo, sulla costa occidentale del Lago di Como, seguendo la strada provinciale 5 ci si dirige a Stazzona. Troviamo parcheggio lungo Via alla Chiesa (505 m), nella zona del cimitero e della piazzetta tra la parrocchiale di San Giuliano e il municipio. Qui prende il via l’escursione seguendo le indicazioni dello Stazzona trail fino alla frazione Morbio e poi continuando per Cassia. Prati e aree coltivate caratterizzano l’ambiente fino a Germasino. Nel centro del paese si possono ammirare le tipiche strutture delle masun. Si sale ora verso i monti e una mulattiera conduce al bell’insediamento detto L’Avolo, dove non mancano altre masun. Stiamo ora camminando su un tratto (il numero 4) della via dei Monti lariani, che attraversa completamente i pendii che si alzano dalla riva ovest del lago di Como. La meta successiva è Sant’Anna di Germasino e vi si arriva dopo avere attraversato un bosco di castagni ed essersi lasciati alle spalle l’area attrezzata del Lake Como adventure park. Ci immettiamo brevemente sulla strada che sale alla bocchetta di Sant’Anna, che percorriamo nella direzione opposta fino al tornante con l’indicazione per Cagnavo. Rieccoci sul tracciato dello Stazzona trail, che non abbandoneremo più fino al parcheggio da dove è cominciata la nostra camminata.Prati da sfalcio, boschi, uno spettacolare panorama sul lago e una parte della valle Albano ci fanno da cornice. Superato un tratto con traccia labile eccoci a Torre. Anziché scendere, optiamo per una breve deviazione in località La Costa regalandoci una bella veduta sulla bassa Valtellina, le montagne dell’alto Lario e della Valle del Liro. Da 980 metri di quota, il punto più alto del percorso, ci si riporta in 3 minuti a Torre e su mulattiera ci riabbassiamo verso Stazzona. Interessante il passaggio alle Tre Cappelle di Sariva, edificio religioso voluto dai fratelli Cetta, stazzonesi emigrati in Inghilterra, a Londra, nel XIX secolo. Fecero fortuna con la fabbricazione di barometri e termometri. Ricordano San Giuliano, patrono di Stazzona, San Jorio, protettore del passo di cui si parla nell’articolo, e la crocifissione di Gesù. Usciti dal bosco, sopra la frazione Villa godiamo di una bellissima veduta. Il campanile della chiesa parrocchiale ci indica che l’itinerario tra le masun sta per concludersi. - Ph: Paolo Ortelli
Passeggiata per i borghi intorno a Stazzona