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I formaggi

Ben sei formaggi prodotti nel Cremonese hanno ottenuto il riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta): grana padano, provolone valpadana, taleggio, quartirolo lombardo, gorgonzola e salva cremasco.

Soncino, Rocca Sforzesca

Uno dei Borghi più belli d’Italia, con la sua antica Rocca Sforzesca
Rocca Sforzesca, Soncino

Navigazione Pizzighettone- Fiume Adda

Si torna a navigare, anche il sabato pomeriggio, sul fiume Adda, con partenza da Pizzighettone
Navigazione Pizzighettone - Fiume Adda

Il fiume Oglio tra storia, cultura e tradizione

Una giornata alla scoperta della pianura bagnata dal fiume Oglio: visita al borgo di Soncino e lavorazione della creta

Museo archeologico Platina

Il Museo di Piadena è il museo archeologico di riferimento per la parte orientale della provincia di Cremona. Presso questa istituzione infatti sono confluiti i materiali archeologici rinvenuti in un territorio - quello del Piadenese, del Casalasco e aree circostanti.

Ciclabile delle città murate

Da Soncino a Pizzighettone in bici, passando per città ricche di storia e cultura
Ciclabile delle città murate

Carate Brianza

Dalla Basilica dei Santi Pietro e Paolo a Villa Cusani Confalonieri, Carate Brianza è un piccolo scrigno da scoprire.
Villa Cusani Confalonieri, Carate Brianza

Costa de' Nobili

Costa de' Nobili sorge su un poggio circondato dai terreni sabbiosi e argillosi delle depressioni del Po e dell'Olona.  All'inizio del Duecento Costa divenne proprietà dei Pietra di Pavia. Risale ai secoli XIII-XIV il complesso del castello formato da due fabbricati (uno dei quali è l'antico Palazzo, sede del Municipio) uniti da una torre centrale. Ai lati d'innalzavano altre due torri, oggi mozzate. La torre centrale, alta 20metri, ma ridotta allo stato di rudere, insisteva sull'antico androne d'accesso al castello. Sulla Statale n. 234 che da Pavia conduce a Cremona, a circa 20 Km da Pavia, un bivio conduce a Costa de’ Nobili, piccolo centro del Pavese sorto su alcuni dossi di terreno sabbioso e argilloso che il Po e l’Olona hanno accumulato nel corso di millenni. Negli ultimi decenni molte di queste alture sono state livellate, perché usate come cave di sabbia per la costruzione di strade, argini di difesa dei due fiumi e come materiale per l’edilizia. Come rileva don Gianfranco Maschero-ni nel suo libro “Costa de’ Nobili Pietra e la chiesa di S. Maria Assunta” (Pavia 1982), furono i re longobardi, in specie Liutprando (VIII secolo), a favorire l’insediamento in queste terre selvagge e paludose, soggette a frequenti piene, legandole, mediante donazioni, ai monasteri benedettini di Santa. Cristina e del Salvatore in Pavia. Tra esse vi fu la località Costa, così chiamata originariamente per la sua posizione sopraelevata rispetto alla zona circostante.

La Via Francigena pavese in bici

La Via Francigena è stata per secoli il collegamento principale tra Roma e l’Europa, e continua a esserlo anche oggi se è vero che nel 2004 è stata proclamata dal Consiglio d'Europa “Grande Itinerario Culturale Europeo” e nel 2007 “Reseau porteur”, rete portante. Per la Provincia di Pavia il tratto pavese della Via Francigena (ma pure l’intero suo cammino) è un modello di riferimento nella valorizzazione e nel recupero architettonico e ambientale dell’intero patrimonio artistico e culturale della provincia. La Via Francigena è insomma una risorsa, da condividere e da proporre ai pellegrini e ai turisti così come agli stessi cittadini, mostrando quanto di più bello - le chiese,  i monumenti, l’Università, il fiume, i boschi - possiedono i territori che l’abbracciano. Il tratto della Via Francigena che attraversa la provincia di Pavia parte da Palestro, cuore della Lomellina, e arriva a Chignolo Po, per un totale di 126 chilometri che può essere affrontato in tre grandi tappe: la prima, lunga circa 42 chilometri, va da Palestro a Tromello; la seconda, di 32 chilometri, da Tromello a Pavia l’ultima (52 chilometri) da Pavia alla frazione Lambrinia di Chignolo Po. Tre percorsi quante furono le tappe fatte in terra pavese da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, nel suo viaggio di ritorno da Roma: Santa Cristina Bissone, Pavia e Tromello, rispettivamente la 40esima, la 41esima e e la 42esima delle 79 tappe totali del percorso europeo. L’itinerario descritto qui è stato pensato per chi ama viaggiare sulle due ruote; il percorso può essere affrontato sia con le mountain-bike che con le city-bike, e non presenta difficoltà altimetriche particolari: il dislivello massimo è inferiore ai 15 metri, con la quota massima di 121 metri a Palestro e la minima di 50 a Lambrinia, sull’argine del Po, ultima tappa del viaggio in terra pavese. Il punto di partenza è invece il ponticello in legno sul cavo Crocettone, al confine tra la provincia di Vercelli e la provincia di Pavia. In provincia di Pavia, il tratto ciclabile corre in prossimità di due linee ferroviarie, la Pavia-Mortara-Vercelli e la Pavia Codogno-Cremona, sulle quali è consentito il trasporto di biciclette. Sulle strade aperte al transito motorizzato si consiglia invece di usare sempre il casco e di percorrerle preferibilmente tra le 9 e le 11.30 del mattino e tra le 14 e le 17 del pomeriggio, per evitare gli orari di punta del traffico.
Ponte Coperto Pavia

Ciclovia del Parco Oglio Nord

Uscita A35 Calcio (da Milano) o Chiari Ovest (da Brescia).
Parco Oglio Nord

Siti palafitticoli preistorici delle Alpi

Villaggi preistorici eccezionalmente conservati

Montecalvo Versiggia

Montecalvo Versiggia sorge in posizione collinare, di fronte all'antico borgo di Soriasco. La storia del paese si intreccia e coincide sino alla fine del XVII secolo con quella del suo castello, appartenuto per secoli ai Beccaria, che oggi si presenta come elegante e austero palazzo signorile. Nella seconda metà dell’Ottocento, la produzione vitivinicola inizia ad assumere un grande rilievo nell’economia locale e a imporsi nel paesaggio quasi come una monocoltura. Oggi Montecalvo Versiggia si colloca al primo posto fra i comuni oltrepadani produttori di Pinot, insieme a Rocca de’ Giorgi e Canevino. La chiesa della Madonna dell'Uva sorse nel XII secolo, su un poggio isolato, non lontano dal paese, ed era allora dedicata a Sant'Aiessandro. Nel Seicento ospitava le sepolture dei Beccaria. Nella seconda metà dell'Ottocento, quando la produzione vitivinicola iniziò ad assumere un grande rilievo nell'economia locale e a imporsi nel paesaggio quasi come una monocoltura, la La famiglia Pisani Dossi, proprietaria del castello e delle sue pertinenze, vi collocò la tela della Madonna dell'uva, commissionata a Tranquillo Cremona, e successivamente trafugata: l'attuale affresco risale agli anni Ottanta del Novecento. Ogni anno presso quest'antica pieve si celebra solennemente la conclusione della vendemmia con una grande festa. Da ricordare l’originale Museo del Cavatappi. L'esposizione sistemata in un vecchio edificio, annesso alla chiesa parrocchiale di S. Alessandro, un tempo adibito a canonica e in seguito a scuola elementare, raccoglie oltre 200 esemplari che vanno dai primi del Settecento fino ai giorni nostri. Photo:  Centro del Pinot Nero
Montecalvo Versiggia