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Forte Montecchio Nord, la macchina del tempo

Torna indietro di cent'anni e mettiti nei panni di un soldato della Prima Guerra Mondiale fermo ad aspettare l'attacco austro-ungarico

Da Varese a Campo dei Fiori

Ciclabili protette, borghi di pescatori e parchi storici. Pedalando da Varese a Campo dei Fiori, immersi in un piccolo mondo antico
@inlombardia - la Basilica di San Vittore a Varese

Legnone, Pizzo Tre Signori e Valvarrone

Stretta, selvaggia e dominata dalla cima del Legnone, la Valvarrone sembra fatta su misura per chi ama la montagna più aspra
Legnone, Pizzo Tre Signori e Valvarrone

In montagna a due ore da Milano

Hai voglia di scappare in montagna e concederti una pausa di relax? Scopri la tua meta a meno di due ore da Milano
@inlombardia - In montagna a due ore da Milano

Lago Maggiore Pennellate d'artista

Affreschi, trompe l’oeil, cicli pittorici lunghi cinque secoli, murales spontanei e organizzati: nei dintorni di Laveno Mombello il colore è ovunque
fondoambiente.it @a.m fumagalli

Un viaggio nel cuore del Piccolo Mondo Antico

Scoprire Valsolda, ne vale la pena. È un borgo incantevole, nascosto in un angolo del Ceresio conosciuto come il “Piccolo Mondo Antico”. Questo pittoresco paese, situato in provincia di Como, offre una combinazione unica di storia, cultura e natura.   La sua posizione privilegiata e il microclima particolare ne fanno una meta ideale per chi cerca tranquillità e bellezza. Il viaggio inizia con una visita a Villa Fogazzaro Roi, parte del circuito del FAI, dove immergersi nelle atmosfere narrate nei romanzi di Antonio Fogazzaro. Le stradine del paese condurranno attraverso un percorso storico e letterario che parte dal Santuario della Caravina a Cressogno, luogo di pellegrinaggi dal XVII secolo, fino a San Mamete, caratterizzato da una pittoresca piazzetta con portici e dalla chiesa dei Santi Mamete e Agapito con il suo campanile romanico.Proseguendo lungo il lago, si raggiunge ad Albogasio inferiore, da dove parte un itinerario tematico che evoca i luoghi descritti in “Piccolo mondo antico”, culminando nella visita alla suggestiva Villa Fogazzaro Roi a Oria.Valsolda offre anche altre perle come la Cappella di San Martino, soprannominata la piccola Cappella Sistina della Lombardia. Nel borgo medievale di Castello, si potrà ammirare la chiesa di San Martino e visitare il museo di Casa Pagani, dedicato al celebre pittore Paolo Pagani. Per gli amanti della natura, imperdibili sono gli itinerari escursionistici nella Foresta Demaniale di Valsolda, ricca di una straordinaria biodiversità.Il borgo di Castello, con le sue case disposte a semicerchio su una rocca, offre scorci incantevoli e una vista mozzafiato sul lago. Questo borgo medievale, un tempo sede di un castello ora scomparso, ha dato i natali a numerosi artisti che hanno lasciato un’impronta significativa in Italia e in Europa. Le loro case, tra cui quelle dei Fontana e di Domenico Merlini, sono ancora visibili e testimoniano l’importante eredità culturale di Valsolda.Valsolda il “Piccolo Mondo Antico del Ceresio”- COMO.Da visitare, appunto, Villa Fogazzaro Roi, bene appartenente al circuito del FAI. Il paese si trova in una posizione privilegiata con un micro clima unico. Lungo le sue stradine è possibile ripercorrere i luoghi narrati nei romanzi di Antonio Fogazzaro. Dal Santuario della Caravina a Cressogno, meta di pellegrinaggi fin dal ‘600, si giunge a San Mamete con la sua pittoresca piazzetta con i portici, la chiesa dei Santi Mamete e Agapito, con il suo campanile romanico. Passeggiando sulla riva del lago si raggiunge Albogasio inferiore, da dove inizia un percorso tematico che rievoca i luoghi di “Piccolo mondo antico” e culmina con la visita di Villa Fogazzaro Roi ad Oria.Valsolda – Cappella di San Martino, la piccola Cappella Sistina della LombardiaAd Albogasio si raggiunge il borgo medievale di Castello con la chiesa di San Martino, la piccola Cappella Sistina della Lombardia e, in più il museo di Casa Pagani. Per gli amanti della natura immancabili gli itinerari escursionistici della Foresta Demaniale di Valsolda con il suo patrimonio faunistico e botanico. Valsolda – Borgo Castello - COMOBORGO MEDIEVALE DI CASTELLO: Posto su una rocca con le case a semicerchio, il borgo medioevale di Castello offre splendidi scorci interni e una vista impagabile sul lago. Chiamato così per la presenza in epoca medioevale di un castello (poi distrutto), è sede del Museo Casa Pagani, casa natale di Paolo Pagani, uno dei pittori più importanti del Seicento lombardo, che ha lasciato il suo testamento spirituale nell’affrescodella volta della chiesa di S. Martino, capolavoro del barocco italiano. Castello ha dato i natali a molti architetti e scultori che hanno lavorato in Italia e in Europa. Si possono vedere ancora le loro case come quelle dei Fontana o quella di Domenico Merlini. Lavena Ponte Tresa – VARESE.Da qui parte la pista ciclabile della Valganna e Valmarchirolo, un percorso piuttosto facile che conduce alla scoperta di un’area di particolare rilevanza ambientale, punteggiata di interessanti monumenti storici.Chi ama i cammini, da Lavena Ponte Tresa si snoda quello della Via Francisca del Lucomagno, un’antica via romana longobarda che da Costanza, nel centro Europa, porta a Pavia passando dalla Svizzera. Il tracciato è ben segnalato e in sicurezza. La Via può essere percorsa tutto l’anno, a piedi o in bicicletta. Alla meta, a Pavia, la Francisca prosegue verso Roma con la Via Francigena. Lungo il tragitto è possibile visitare beniUnesco, parchi naturali, beni artistici e storici. Lago di Piano/Carlazzo – COMO.Di notevole interesse naturalistico, la Riserva rientra nei confini comunali dei paesi di Carlazzo e di Bene Lario. Si estende intorno al Lago di Piano che, se pur di modeste dimensioni, è ricco di numerosi habitat naturali e offre paesaggi di incantevole bellezza. Nell’oasi sono presenti uccelli, anche di pregio, come il picchio, l’upupa, la civetta, il falco di palude; sono presenti anche scoiattoli, lepri, volpi, tassi, martore, donnole, faine, cervi e caprioli. Il principale punto di informazione (e di parcheggio) è alla casa della riservadove vi è la possibilità anche di vedere un piccolo museo naturalistico. Il Lago di Piano è parzialmente costeggiato dalla pista ciclabile che collega Porlezza a Bene Lario, per proseguire fino a Menaggio e al Lago di Como. Il Museo Etnografico del Latte/Carlazzo – COMO.È una particolare collezione di forme per la lavorazione del burro, dosatori, zangole e tanti altri strumenti inerenti alla raccolta, conservazione e lavorazione del latte. Il museo è allestito in una grande stanza al piano terra dell’edificio, che fu sede originaria della Latteria Sociale di Carlazzo. Oltre agli strumenti e agli attrezzi, particolarmente interessante il registro dei soci. Pista ciclabile Porlezza Menaggio – COMO.Con i suoi 13,5 chilometri la ciclabile che collega il Lago Ceresio con il Lago di Como è sicuramente un itinerario green tra i più frequentati dagli escursionisti che si muovono sulle due ruote. Si snoda lungo la ex ferrovia che univa Porlezza con Menaggio, inaugurata nel 1884, un mezzo di trasporto che permise di incrementare il turismo del nord Europa verso la regione dei laghi. Da una tratta sterrata che attraversa ecosteggia il lago di Piano, la ciclabile unisce i paesi di Porlezza, Carlazzo e Bene Lario, dove si trova la stazione di Bene-Grona, un’area verde e incontaminata. La tratta può essere percorsa anche a piedi. Borgo dipinto Claino con Osteno – COMO.Claino con Osteno si trova nella parte bassa della Valle Intelvi, lungo l’itinerario per raggiungere il “Ceresio” e si compone di due borghi: Claino è la parte più alta, da cui si domina un panorama mozzafiato e Osteno quella che costeggia il lago Ceresio. Da visitare a Claino il Borgo dipinto, un piccolo museo a cielo aperto in continua evoluzione dove gli artisti contribuiscono alla valorizzazione con opere uniche e singolari. Ipannelli esposti sulle facciate delle case, colorano e danno vita al centro storico. La frazione di Osteno offre una spiaggetta naturale dove poter praticare gli sport d’acqua. Nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo son0 custoditi il Tabernacolo e la Madonna col Bambino dello scultore rinascimentale Andrea Bregno. Tra le chiese quella di San Vincenzo e la cappella di Santa Giulia. Gli amanti del trekking potranno scegliere diversiitinerari e, lungo il torrente Lirone, potranno lanciarsi in esperienze di canyoning. A Osteno sono visitabili le Grotte di Rescia, un patrimonio naturale incontaminato. Le sette Grotte di Rescia, unite in un unico complesso agli inizi del ‘900, si snodano lungo un percorso turistico di 500 metri alle pendici dei monti, sul versante orientale del Lago Ceresio. Queste caverne, già dal ‘700, furono meta di turisti provenienti da tuttaEuropa, rappresentano una rarità a livello nazionale e ciò in relazione alla loro origine: si tratta infatti di una cavità originata all’interno di colate di travertino, conosciuto impropriamente come “tufo”. L’azione dell’acqua, perdurata nel corso degli anni, ha scavato una serie di vuoti nel travertino depositandovi spettacolari concrezioni. Le Grotte di Rescia offrono la possibilità di osservare da vicino la “vita” di unagrotta. Brusimpiano - VARESE.È un piccolo borgo diviso in due dal torrente, con due distinti centri storici: Brusimpiano e Brusinetto. È gettonatissimo in estate per le sue spiagge. Non bisogna dimenticare la piscicoltura, meta ogni anno di centinaia di turisti e scolaresche. Importante ricordare che da qui passa la Linea Cadorna della I Guerra Mondiale. Porto Ceresio- VARESE.Ideale per raggiungere in battello tutte le località italiane e svizzere, offre una passeggiata di due chilometri sul lungolago. Per gli amanti del trekking l’escursione lungo il Sentiero dei Fossili. Anche qui è ben visibile la Linea Cadorna della I Guerra Mondiale. (Ph: Arianna Augustoni) 

Dal Rifugio Cà San Marco a Foppolo

Dal rifugio Ca' San Marco, in corrispondenza del solido paravalanghe, si percorre un tratto di mulattiera dell’antica Priula, che con alcuni tornanti sale fino al Passo San Marco (1.992 m, 30’ dalla partenza).   Raggiunto il passo, caratterizzato da un grande omino in pietra e da un altare realizzato dagli alpini, si percorre per circa 150 metri la strada asfaltata sul versante valtellinese. Incontrata la deviazione si abbandona la strada che scende verso Morbegno e si prosegue lungo il sentiero, indicato con frequenti segnavia, in direzione del Monte Fioraro. Si continua lungo le pendici settentrionali del Pizzo Segade, sulla testata della Valle d’Orta e, raggiunto lo stretto crinale, lo si percorre per alcuni minuti fino a una forcella (2.070 m, 1h dalla partenza). La cresta spartiacque ci regala una magnifica veduta aerea del rifugio Madonna delle Nevi, verso il quale punteremo, prestando molta attenzione, abbassandoci lungo un breve, ma ripido, canalino, quindi, a mezza costa, proseguiremo attraverso le pendici del monte Fioraro. Raggiunta la solitaria baita degli Agnelli (1.990 m), si prosegue attraverso l’Alpe Fioraro e oltrepassata, senza raggiungerla, la baita Colomber, lungo un avvallamento, si perviene al passo della Porta (2.028 m) dove, poco oltre, s’incontra la baita Piano (2.018 m). Si attraversano i pascoli dell’Alpe Azzaredo, caratterizzati dalla presenza di numerose recinzioni in pietra che testimoniano il duro lavoro svolto in passato dai mandriani. Poco più in alto si nota un dominante “ometto” di sassi realizzato per conto dell’IGM durante l’effettuazione di rilievi topografici. Un centinaio di metri più in basso appare il bivacco Zamboni di proprietà dell’ERSAF, gestito dal CAI di Piazza Brembana e sempre aperto. Proseguendo in lieve discesa, al limite di un’incantevole spianata, si scorgono le baite Azzarini, si attraversa un torrente e, raggiunto il ripido fianco del lungo crinale del monte Azzaredo, lo si supera lungo alcuni tornanti (2.090 m circa). Si prosegue per ripida discesa fino a giungere nei pressi della baita di Piedevalle (1.994 m). Continuando si percorre l’agevole mulattiera, lungo i fianchi del Pizzo Rotondo, e si supera il piccolissimo lago di Cavizzola, punto d’incontro con il sentiero che sale da Madonna delle Nevi. Si prosegue per pascolo, lasciandoci guidare dai segnavia, fino a raggiungere l’ennesimo caratteristico recinto in pietre e la baita Cascinetto dei Siltri (1.973 m) da cui, con un ultimo sforzo, si perviene alla Forcella Rossa  (2.055 m), da dove è possibile ammirare l’intera conca di San Simone. Dalla bocchetta si scende dirigendosi sulla sinistra lungo un breve canale erboso, si divalla a mezza costa fino a giungere nelle vicinanze di una pozza d’acqua poi, piegando a sinistra, si scende in direzione dello sterrato che si tocca nei pressi di un acquedotto (4h dalla partenza). Si prosegue in direzione del piccolo agglomerato di caratteristiche baite indicate come Baitone (1.854 m). Superato il nucleo rurale, la carrareccia si riduce a buon sentiero che, dopo un primo tratto in leggera discesa, prosegue in piano a mezza costa offrendo un’aerea veduta sulla Valle delle Saline, mentre sull’opposto versante è visibile il monte Arete e, più alto, sulla sinistra, il monte Valegino. Si contornano così, con percorso pianeggiante, le ripide scarpate della Cima di Lemma, fino a entrare nell’ampio vallone pascolivo. Si segue in salita fino a superare la baita delle Saline, dove all’estremità dei resti della stalla è stata realizzata una copertura arredata con un tavolo e relative panche per una meritata pausa all’ombra. Risalito l’ultimo tratto di pascolo si raggiunge il passo di Tartano  (2.108 m, 5h 15’ dalla partenza) caratterizzato da una slanciata croce in ferro; nei pressi sono visibili interessanti resti di numerose trincee (linea Cadorna), recentemente sistemate a cura della Comunità Montana. Ignorato il sentiero che scende sul versante valtellinese, si continua sulla destra lungo il costone erboso, ora segnalato con il segnavia n°201, che offre un magnifico colpo d’occhio sulla Val Lunga e, disposti a quote diverse, sui laghi di Porcile, vere perle color turchese. Lungo i pendii della Val Lunga, tributaria con la Val Corta della Valle di Tartano, si scorgono parecchie baite con i tipici recinti in pietra. Percorso il breve tratto di costa, dove si osservano i resti di appostamenti di mitraglia ancora ben conservati, con alcuni ripidi tornanti si discende lungo il versante valtellinese, in direzione dei laghi di Porcile. Successivamente, percorso un tratto piano lungo le pendici del monte Valegino, prestando attenzione ai numerosi segnavia posti sui grossi massi, si attraversa fino a raggiungere il più alto dei tre caratteristici laghetti (2.095 m) di origine glaciale. Costeggiata la sponda sinistra del lago e, superata una vecchia baita d’alpeggio, si va avanti spostandosi sulla sinistra del vallone, evitando i grossi massi detritici visibili sulla destra, quindi, con un tratto in diagonale, si avanza fino a raggiungere il passo di Porcile (2.290 m, 6h 15’ dalla partenza). Il passo, un’ampia insellatura posta fra i monti Valegino e Cadelle, mette in comunicazione la Valle di Tartano con Foppolo. Volgendo a sinistra si percorrono una trentina di metri circa per poi scendere decisi lungo il pendio, fino al punto in cui il sentiero continua a mezza costa in direzione di una baita. Si continua a scendere fino a un caratteristico pianoro dove è situata la graziosa baita delle Cadelle (2.057 m) e, poco distante, una solida stalla. Lo spiazzo, attraversato da un torrente, è racchiuso fra ripide scarpate e pietraie, mentre dappertutto si osservano muretti e cumuli di sassi ammucchiati allo scopo di estendere la superficie del pascolo. Si continua spostandosi sul fianco destro della valle, si prosegue lungo un ottimo sentiero che, con alcune serpentine, consente di perdere rapidamente quota. Superate due baite, alle relative quote di 1.860 e 1.826 metri, poco oltre si volge a sinistra e, attraversato il torrente, si va avanti fino a entrare in un bosco di pini e larici. Fuoriusciti dalIa pineta, in corrispondenza di un casolare, non rimane che seguire le indicazioni e, superata una baita, si percorre l’ottima mulattiera delimitata da muri di sassi. Si termina, con una breve salita, nei pressi della località Rovera (1.600 m), che si raggiunge dopo aver attraversato un ponte di legno. Ora non rimane che scendere a Foppolo, dove ovviamente non mancano tutti i principali servizi propri di un centro turistico. Per pernottare ci si può rivolgere ai vari alberghi di Foppolo.  
Dal Rifugio Cà San Marco a Foppolo

Foliage in Lombardia

Dalla Via Francigena alla Val Masino. Scopri dove ammirare il foliage in Lombardia
Via Francigena Corte Sant'Andrea Lodi