- Itinerari
Tredici piante sul Monte Angolo
Questo percorso prende il nome da un caratteristico gruppo di 13 faggi che sovrastano la cima del monte Angolo, meta della camminata che inizia in un piccolo e delizioso borgo in provincia di Brescia che si chiama Zone, famoso per essere “Il paese delle Piramidi di erosione”.
Zone si trova a circa settecento metri d’altezza ai piedi del monte Guglielmo, è conosciuta anche per la sua gastronomia con ricette gustose della tradizione a base di funghi e selvaggina locale, è un ottimo punto di partenza per tutti gli escursionisti che vogliono cogliere la bellezza del lago d'Iseo da punti panoramici estremamente accessibili ma non solo. Il centro storico ha antiche case in legno e pietra, alcune delle quali risalenti al XVII secolo e la sua parrocchiale, dedicata a S. Giovanni Battista, ospita un pregevole gruppo scultoreo, in legno dipinto, raffigurante il “Compianto sul Cristo Morto” di Andrea Fantoni. Merita dunque una visita pre o post camminata.
Tra le escursioni più famose ci sono sicuramente quella per raggiungere Corna Trentapassi e quella per la cima del monte Guglielmo, esiste però questo terzo sentiero capace di regalare uno scorcio veramente singolare sul lago, su Monte Isola e sulle torbiere del Sebino.
Si parte lasciando l'auto in paese. I parcheggi più vicini all'inizio dell'escursione sono quello della chiesa e quello del cimitero. Accanto all'ampio parcheggio gratuito del cimitero sono presenti anche alcune aree picnic, una fontanella e dei bagni pubblici.
Si inizia a camminare sull'ampia via lastricata segnata con i cartelli VV (Via Valeriana) in direzione Passo di Zone.
Il tratto di Via Valeriana è lungo circa 2 chilometri, per un dislivello di solamente 240 m. La strada si mantiene sempre ben tenuta e molto larga, proprio per questo non sarà difficile imbattersi in qualche veicolo che sta percorrendo la via per raggiungere il passo.
Seppur non ci siano cartelli di divieto espliciti è comunque sconsigliato provare a percorrere questa prima parte in auto in quanto non sono presenti parcheggi, se non per qualche piazzola. Inoltre la carreggiata è abbastanza stretta e il fondo non è sempre regolare.
Si prosegue quindi in leggera salita seguendo i segnavia VV e dopo poche curve la vista sull’abitato viene rapidamente nascosta da un fitto bosco. Durante tutto l’anno gli alberi di questa zona risultano essere abbastanza anonimi, ma in autunno non sarà raro scorgere qualche punta di rosso o di arancione in mezzo al verde degli abeti. L'estrema semplicità del sentiero e la presenza di automobili non permettono però di sentirsi già veramente in montagna.
Giunti a quota 900 m si scorge un edificio tra gli alberi, un paio di panchine e un ampio spiazzo: siamo arrivati al passo. Da qui si svolta a destra, imboccando il sentiero CAI 207. I cartelli non indicano sempre il numero del tratto e, seppur sia veramente difficile sbagliare, ci si può aiutare seguendo le indicazioni per Malga Aguina. Questa parte di sentiero si trasforma in una strada sterrata in mezzo al bosco, molto più in pendenza rispetto alla sezione di via Valeriana appena percorsa.
Il bosco si fa via via più fitto, andando a coprire di un folto strato di rami e foglie dai colori vivaci il paesaggio tutt'attorno. Solo in rari punti le fronde degli alberi si aprono un po' per lasciare intravedere meglio dove ci si trova, in questi punti vale assolutamente la pena fermarsi per fare qualche foto. All'inizio del 207 è possibile distinguere chiaramente la bella parete rocciosa di Corna Trentapassi; pochi tornanti oltre, una feritoia tra gli alberi consente invece si ammirare la parte più settentrionale del lago d'Iseo, che si fa subito notare grazie al tono blu intenso delle sue acque.
Si prosegue quindi nel bosco per 30 minuti, ammirando il verde intenso della primavera o i bei toni caldi dell’autunno. La maggior parte degli alberi di questo tratto non sono aghiformi e verso metà ottobre la maggior parte delle foglie saranno già cadute, creando una bellissima copertura rossa a bordo strada. Verso quota 1000/1100 m la vegetazione cambia: gli alberi si fanno più radi e compaiono diversi cespugli. Percorrendo un ampissimo tornante sinistrorso ci si porta proprio sopra il paese di Zone (il nostro punto di partenza). La quasi completa assenza di alberi e una panchina posta proprio nel punto migliore permettono di godere di una vista fantastica sui boschi appena percorsi e su tutte le montagne più alte di quest'area. In lontananza una punta di azzurro attira l'occhio: è la parte centrale del lago d'Iseo ed è anche visibile una piccola parte di Monte Isola.
È subito evidente che camminando ancora, fino a raggiungere la nostra meta, questa vista non potrà che migliorare esponenzialmente, ma già questo è un luogo veramente perfetto per ammirare il panorama.
Dopo una breve sosta sulla panchina, si prosegue ancora girando a sinistra, allontanandosi progressivamente dal punto panoramico e quindi perdendo la vista sul lago. Dopo poche decine di metri ci si ritrova in un paesaggio nuovamente mutato: i boschi hanno ormai lasciato il passo a verdissimi pascoli, qua e là spuntano dei piccoli laghetti artificiali. Non sarà inoltre raro imbattersi in mandrie di mucche, asini e cavalli.
Questa zona è veramente perfetta per riposare un po' sdraiandosi sull'erba. Il consiglio però è quello di fare ancora qualche passo fino a raggiungere malga Aguina.
In periodo primaverile i prati attorno alla malga vengono ricoperti da un magnifico tappeto bianco di fiori che danzano cullati da un leggero venticello fresco, quasi sempre presente in quest’area così aperta. Lo spettacolo di questa fioritura è unico e prezioso, dura solamente poche settimane, solitamente tra la metà maggio e l’inizio giugno.
In giornate particolarmente limpide il paesaggio sarà ulteriormente impreziosito dalla vista sulle Orobie bergamasche (dall'altra parte del lago), che a inizio primavera o a fine autunno presentano qualche chiazza di neve.
Non si può fare altro che fermarsi nuovamente. L'aria fresca addolcita dal buon profumo di fiori appena sbocciati riempie i polmoni, nel piccolo laghetto artificiale si sente il gracchiare di qualche rana ed in lontananza si scorge una piccola mandria di mucche al pascolo: si è finalmente in montagna.
Si prosegue ora sul sentiero 207, tagliando con forte pendenza in mezzo ai prati e risalendo lungo il versante nord del monte Angolo. La traccia del 207 però si mantiene sempre molto vicina al bosco e non consente di avere una buona vista sul lago, è quindi possibile uscire dal tracciato camminando in mezzo al prato cercando, senza il vincolo del sentiero, gli scorci più belli. Lungo questi prati la vista è molto simile a quella che si poteva ammirare dalla panchina di prima: Zone torna ad essere visibile così come il lago d’Iseo. Ora però è anche possibile girarsi ad Ovest per ammirare tutti i monti bergamaschi che prima erano nascosti dagli alberi.
Questo è il tratto più impegnativo e più ripido, ma in poche decine di minuti il terreno torna ad essere molto pianeggiante e si inizia a scorgere un gruppo di alberi proprio sulla punta del monte Angolo. Si prosegue quindi su un tratto pianeggiante fino al raggiungimento di una bacheca, un’area picnic attrezzata e un piccolo laghetto artificiale. Da questa piccola concavità nel terreno, girandosi a destra, si può raggiungere rapidamente la punta del monte Angolo e il gruppo di alberi che la sovrasta.
Si prosegue quindi nel prato fino a portarsi nel punto maggiormente sopraelevato della zona, si è così finalmente arrivati alle Tredici piante disposte circolarmente sulla punta del monte e recintate da una staccionata in legno. In inverno troverete i 13 faggi completamente spogli e coperti di neve, in primavera ed estate sarà il verde intenso delle loro foglie e dei prati a farla da protagonista, in autunno invece gli alberi saranno tinti di arancione e l’erba parzialmente coperta da un sottile strato di foglie cadute. Si tratta insomma di un luogo che merita più di una visita, per cercare ogni volta di cogliere una sfaccettatura nuova.
Al centro di quest'area sorge un vecchio capanno di caccia, ora dismesso.
L'accesso è libero e la zona ora viene sfruttata solamente come area picnic o come luogo dove ammirare il panorama.
Il contesto è eccezionale, la vista sul lago d'Iseo è perfetta, in lontananza si scorgono le torbiere, a destra Corna Trentapassi e girandosi ancora ci sono le cime innevate delle Orobie. Il paesaggio non è così diverso da quello visto durante tutta la salita, ma questo luogo si trova proprio all’altezza giusta e nella posizione ideale per ammirare tutti gli elementi che lo circondano. Proseguendo e salendo sul Guglielmo sarebbe comunque possibile vedere il lago d’Iseo, ma gli scorci sarebbero diversi e meno interessanti da un punto di vista fotografico.
Un ulteriore punto a favore di questa esatta posizione è che tutta la vegetazione offre un'ottima protezione dal vento freddo proveniente da nord. Quindi non resta altro che stendersi sui prati, mangiare qualcosa e ammirare il panorama.
La discesa può essere fatta percorrendo lo stesso tratto dell'andata, l'itinerario descritto però propone di allungare il percorso proseguendo sul sentiero 230, per poi tornare a zone passando dal bosco degli gnomi.
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