- Itinerari
Sul crinale delle valli Brembana e Seriana
Dedicata a Pierangelo Maurizio, guida alpina, scomparso sull'Everest nel 2007, questa ferrata vuole far riscoprire a molti appassionati il versante nord dell'Alben.
Perfetta forma geometrica dalle sembianze dolomitiche, che tocca i 2.019 metri di altitudine l'Alben risveglia lo spirito d'avventura con le sue rocce bianche, attraenti per ogni alpinista.
Il massiccio calcareo dell’Alben fa da crinale alle Valli Brembana e Seriana, nella Bergamasca. La Ferrata Maurizio si sviluppa sul versante nord, in territorio brembano, risalendo l’anticima est del Monte Croce. Raggiungiamo la conca omonima, a 1.340 metri di quota. Vi si arriva da Oltre il Colle lungo Via Drago, l’ultimo tratto su buon sterrato. Oppure dal Colle di Zambla, imboccando Via Colle, in questo caso quasi completamente su fondo non asfaltato, ma in ottimo stato. L’area di sosta è ampia.
Già alla partenza il vertiginoso itinerario si mostra in tutto il suo sviluppo. Ci si incammina per prati rimanendo sulla sinistra della pista da sci e una chiara traccia, alzandosi, piega verso destra rimanendo sotto il vallo di protezione dello ski lift. Lo si sormonta e percorre brevemente a ritroso fino a un piccolo pianoro, a 1.520 metri, dove indossiamo imbrago, kit da ferrata, guanti e caschetto. Pochi minuti ed ecco il cavo metallico. Nella parte iniziale, prendendo quota sulla destra, ci si aiuta a superare le forti pendenze fino a un tratto non difficile, seppure esposto. Lo si segue portandosi verso sinistra, lungo una cengia che arriva ad attraversare il canale dove ha inizio l’arrampicata vera e propria.
La ferrata è esposta, ottimamente attrezzata, ma pure ricca di appoggi naturali. Non mancano i passaggi atletici e strapiombanti. La prima parete, oltre che dalla verticalità è caratterizzata da un paio di traversi, un diedro, roccette e un camino. Non impossibili, ma non per principianti. Un breve pulpito, su sentiero attrezzato, consente di tirare il fiato e indirizza al secondo muro. Un nuovo diedro è forse il passaggio che richiede maggiore abilità e attenzione. L’arrampicata continua su parete con molti appigli. Guadagnata la cresta sommitale in una quindicina di minuti, con brevi parti attrezzate, ci si trova alla selletta che incrocia la via normale che porta al Monte Croce.
Si rientra dalla via normale, il segnavia è il 501, toccando il Passo della Forca. Poco prima della stradina che arriva dal Colle di Zambla si può optare per un sentiero nel bosco che porta al parcheggio. In alternativa, dalla Vetta del Monte Croce scendiamo dalla cresta ovest tra roccette e poi per il ripido Sentiero Ceroni fino alla zona della pista da sci.
L’articolo da cui è tratto questo itinerario, lo trovate sulle pagine della rivista di MARZO 2021 TRA I GHIACCIAI DELLA MEMORIA.
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