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Tra le torri nell'Alta Brianza

Un viaggio nel Medioevo brianzolo tra la torre della Ghita a Eupilio e quella Tagliasacchi a Longone al Segrino.

Partenza/Arrivo
Da: Lago Segrino (CO)
A: Lago Segrino (CO)
Tipologia/Periodo
A piedi
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
3h
9.15km - 8 Tappe
Dislivello
Salita: 502m
Difficoltà
MEDIA

L’anello Eupilio – Proserpio – Longone al Segrino è un percorso escursionistico panoramico che conduce al Belvedere del Monte Scioscia dalla cui sommità si può ammirare la bellezza del lago Segrino e girovagare con lo sguardo attraverso la pianura padana ben oltre i laghi di Alserio e Pusiano.

Il tracciato ci porterà a camminare tra storie vere e romanzate: dalla Torre Tagliasacchi nel centro del borgo di Longone al Segrino a quella della Ghita sul colle del Molvesio a Eupilio.

Nel XII secolo, la Torre della Ghita in Eupilio dominava fieramente il paesaggio di Galliano, alta e imponente sul colle Molvesio. Ma dietro le sue mura di pietra si celava un oscuro segreto: la storia di Margherita Segrebondi, conosciuta da tutti come Ghita. Ghita era la rosa più bella di Galliano, con i suoi capelli dorati e gli occhi che brillavano come stelle nel cielo notturno. Ma la sua bellezza attirò l'attenzione dell'Innominato del Segrino, un tiranno che covava brama di potere.
E così, la storia di Ghita e quella della Torre del Molvesio si intrecciarono in un'epica di amore, di coraggio e di libertà, che sarebbe stata tramandata nei secoli a venire.

Nel cuore di Longone al Segrino, tra le antiche pietre levigate dal tempo, si erge fieramente una torre che raccontava storie di vigilanza e di difesa. Originariamente una torre di vedetta, il suo ruolo era vitale nel proteggere il passaggio verso la Vallassina, come un baluardo contro gli intrusi e i pericoli che minacciavano quelle terre. Le mura della torre, ancora saldamente erette, portano i segni del tempo e delle battaglie passate, testimoniando la presenza di una guarnigione determinata a difendere il territorio.

Ph. immagine di copertina: Riccardo Molteni

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Al lac del Segrin

Il punto di partenza consigliato è uno dei parcheggi nei pressi del Lago del Segrino, raggiungibili dalla SP41 che collega Longone a Canzo, oppure volendo utilizzare i mezzi pubblici la fermata di Via Panigatti - Rondò a Eupilio della linea C49. Da qui si attraversa la strada provinciale e si imbocca la mulattiera che sale tra le case ed entra nel bosco diventando sentiero, raggiungendo dopo 700 m il bivio per Inarca da cui rientreremo alla fine dell’anello.

Ul Sentée da mez da Scioscia

Si gira a destra, iniziando il tratto più tecnico del percorso, comprendente una breve scalinata, per guadagnare 50 m di quota in meno di 300, per arrivare ad un nuovo bivio tra più sentieri nel quale occorre seguire le indicazioni per il “Sentée da mez da Scioscia”. Si prosegue sul sentiero per 400 m fino ad incontrare una larga mulattiera che si imbocca proseguendo a destra per raggiungere la spianata del belvedere Scioscia, dal quale è possibile ammirare un panorama unico che coinvolge il lago del Segrino e quello di Pusiano.

Belvedé dal Scioscia

Si ritorna sui propri passi, tenendo la destra per imboccare la comoda mulattiera che scende per alcuni tornanti per innestarsi sulla pista forestale che aggira tutto il monte Scioscia. Si prosegue dritto sulla pista fino a tornare dopo 750 m sull’asfalto di via Inarca, nei pressi dell’omonimo borgo, dove si gira a destra per imboccare dopo soli 70 m la mulattiera che, poco prima di un cancello, entra a sinistra riparandosi all’ombra del boschetto circostante per giungere di nuovo su asfalto in via Carlo Cattaneo dopo 250 m. Si procede in discesa fino a raggiungere il centro di Proserpio, dove è presente la chiesa di San Rocco.

La Gèsa da San Bernardin a Arcellasc

Si gira a sinistra proseguendo in discesa su via 24 maggio fino alla rotonda, dove si gira a sinistra e si imbocca sulla destra la mulattiera acciottolata che scende tra la recinzione di una casa e la strada asfaltata. Il tratto termina dopo 450 m su via Alessandro Manzoni nella frazione di Arcellasco ad Erba, dove si gira a sinistra e subito a destra per raggiungere la chiesa di San Bernardino.

Vemm a Longon

Si gira a sinistra per due volte consecutive, imboccando via Niccolò Tommaseo. Si percorre interamente la via, che si allarga e restringe in più tratti, fino all’incrocio con via Cesare Beccaria, dove si gira a sinistra e poi di nuovo a sinistra al bivio con via Alessandro Manzoni. Dopo 500 m, in cui occorre fare attenzione all’ultimo tratto nella strettoia, si raggiunge di nuovo la SP41 e si gira a sinistra in direzione del centro di Longone al Segrino; dopo 300 m, dopo la scuola primaria, si gira a sinistra su via Bressanella e dopo altri 150 m si prende la carrozzabile sterrata che entra a destra tra le siepi delle recinzioni, sbucando poi su via Brianza.

La Gèsa da San Fedel a Longon

Si prosegue dritto, incontrando la chiesa parrocchiale di San Fedele fondata nel 995 dal prete Arderigo; della primitiva struttura romanica non si è conservato nulla: i lavori di restauro del 1925 portarono alla luce parte della chiesetta originaria, che però fu demolita a causa dell’ampliamento del coro. Dopo 200 m si entra su via Parrocchiale, dove si gira a destra e si attraversa la strada all’incrocio con via Giuseppe Garibaldi. Si scende per pochi metri prima di imboccare i gradini che aggirano le abitazioni affacciate sulla via per dare inizio alla mulattiera che risale, incrociando un altro sentiero che collega via Cervino al parcheggio del cimitero di Longone.

La Gèsa da Santa Maria al pràa a Longon

Si gira a destra in direzione del secondo, raggiunto dopo 300 m, e si riprende a destra di nuovo la SP41, imboccando poi il sentierino della Risciola che sale ripido a sinistra, prima della chiesa di Santa Maria in Prato. Si arriva dopo 170 m su via per Longone, dove si gira a sinistra per raggiungere piazza Rigamonti nel centro storico di Galliano, frazione di Eupilio, dove si gira a sinistra di fronte all’Oratorio di San Carlo, eretto nel 1861 per volere della Confraternita del Santissimo Sacramento e del suo Priore Carlo Meroni, che consta di aula semplice con altare ormai sconsacrato.

La Gèsa da San Vincenz a Gallian

Si imbocca via San Vincenzo, raggiungendo dopo 100 m l’omonima chiesa che fu sede parrocchiale di Galliano. Di antica fondazione, probabilmente svolse fin dalle origini ruolo di chiesa legata alla protezione ed al patronato delle famiglie Carpani e Giudici. Conserva una tela seicentesca e un organo Bernasconi del 1847. Si imbocca la mulattiera che corre a sinistra della chiesa, quindi si tiene il sentiero che inizia a scendere a destra fino a raggiungere il cimitero di Galliano, dal quale si gira poi a destra e subito a sinistra per via Niccolò Pagani, che consente di raggiungere di nuovo il lungolago del Segrino ed il punto di partenza del percorso.