- Itinerari
Dal Rifugio F.lli Longo al Rifugio F.lli Calvi
Permette di collegare il rifugio F.lli Longo con il rifugio F.lli Calvi e rappresenta un’alternativa alla quinta tappa.
Lasciato il rifugio F.lli Longo (2.026 m), ci si incammina lungo lo sterrato e in poco tempo si risale lo sbarramento artificiale della diga del Diavolo (2.143 m). Nell’attraversare la diga non si può fare a meno di soffermarsi a osservare l’imponente mole del monte Aga, con le sue scure pareti che scendono fino a lambire le acque del lago.
Oltrepassato lo sbarramento, si prende a salire per un sentiero inizialmente poco evidente. Il percorso, indicato con frequenti segnavia, si snoda attraverso macchie d’erba e macereti. Un tratto in diagonale inciso nella montagna e un breve strappo finale consentono di giungere al passo della Selletta (2.372 m – 1h dalla partenza). Non si può certo restare insensibili al panorama che ci offre: di fronte a noi si distende l’intera conca del Calvi circondata da numerose cime.
Su tutte domina il Pizzo del diavolo di tenda, considerato dai bergamaschi un piccolo Cervino, seguono nell’ordine il Pizzo Poris e i monti Grabiasca, Madonnino e Cabianca, mentre più in basso, in una posizione privilegiata, poco distante dal lago Rotondo, si scorge la costruzione del rifugio F.lli Calvi, meta finale della nostra tappa.
Dal passo si prosegue attraversando in piano una grossa pietraia, dopodiché si inizia a scendere lungo il pascolo aperto e, guidati dai segnavia, a quota 2.125 metri s’incontra la più in quota delle baite: Armentarga. Si riprende la marcia in piano e, dopo una breve discesa, si raggiunge la seconda baita (2.073 m). Attraversato un torrente si risale leggermente, quindi, nuovamente in discesa, si scende sul fondo di una valle incassata, poi, con breve salita si attraversa una costa, passando nei pressi dei ruderi di una baita.
Attraverso un sentiero, ora più marcato, si digrada mentre lo sguardo è attratto dalla mole del monte Grabiasca e da alcune cascatelle formate dall’appena nato fiume Bremboche si supera con un ponticello in legno (2h 15’ dalla partenza). Incontrate le baite Poris (1.988 m), il tracciato diviene pianeggiante, poi, muovendosi fra radi larici, con alcuni brevi saliscendi, arriva sul bordo del lago Rotondo (1.972 m), in corrispondenza di un piccolo sbarramento artificiale. Ora, con breve salita, non rimane che raggiungere il rifugio, ormai visibile sull’opposto versante.
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