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Dal passato: Travaina e Avelli

Si incontrano antiche tombe nobiliari fino alla porta Travaina: lascia l'obolo per entrare.

Partenza/Arrivo
Da: Parcheggio Piazza Caronti, Torno (CO)
A: Parcheggio Piazza Caronti, Torno (CO)
Tipologia/Periodo
A piedi
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
3h
8km - 6 Tappe
Dislivello
Salita: 695m
Difficoltà
MEDIA

Incontriamo tre dei Massi Avelli più belli della zona del Triangolo Lariano.

La storia di questi Massi è avvolta dalla leggenda e sono databili tra il II e il V secolo d.C. Molti sono andati perduti perché rilavorati dai Picaprea, maestri scalpellini, per forgiare piedistalli, colonnine, portali. Il più caratteristico? Senz'altro quello denominato "delle Piazze" scavato in cima a un grande masso erratico.

Mostra cosa c'è nelle vicinanze:

Verso Montepiatto

Il punto di partenza consigliato è il parcheggio di piazza Caronti lungo la SP583 o uno dei parcheggi nei pressi del municipio, oppure la fermata di Piazza Caronti a Torno delle linee C30, C31 e C32 se si volesse raggiungere la partenza tramite autobus, oppure l’attracco di Torno se si volesse arrivare in battello. Il punto di partenza si trova lungo la storica Strada Regia. 

Da qui si imbocca la SP583 in direzione Blevio, girando dopo 150 m a sinistra per imboccare la scalinata che entra tra gli edifici storici risalendo per 400 m oltre il borgo seguendo le indicazioni fino a incrociare l’asfalto di via Tridi, dove si prosegue per 100 m in salita fino ad incrociare via Torno-Montepiatto nel bivio dove ritorneremo al termine dell’anello. Si gira a destra seguendo la direzione per Pietra Pendula fino al termine della strada, imboccando la mulattiera acciottolata soprannominata “la drizza” che entra ripida nel bosco, superando la cappelletta di San Giuseppe prima di un nuovo bivio. Qui si abbandona la strada principale imboccando il sentiero che inizia a salire rapidamente a sinistra per guadagnare 250 m di quota in poco più di 1 km arrivando alle porte del borgo storico di Montepiatto.

Percorrendo "la Drizza"

Si gira a destra seguendo la direzione per Pietra Pendula fino al termine della strada, imboccando la mulattiera acciottolata soprannominata “la drizza” che entra ripida nel bosco, superando la cappelletta di San Giuseppe prima di un nuovo bivio. Qui si abbandona la strada principale imboccando il sentiero che inizia a salire rapidamente a sinistra per guadagnare 250 m di quota in poco più di 1 km arrivando alle porte del borgo storico di Montepiatto.

Arrivando alla Chiesa di Santa Elisabetta

Si prosegue dritto per entrare nel borgo, quindi al suo interno si prende il sentiero a sinistra seguendo le indicazioni per la chiesa di Santa Elisabetta, raggiungibile dopo 400 m lungo la scala santa, dalla quale si gode di uno splendido panorama dal vicino belvedere.

Arrivando alla Pietra Pendula

Si prosegue lungo il sentiero per giungere in breve alla Pietra Pendula, un masso di ghiandone proveniente dalla Val Masino poggiato su uno stretto basamento di roccia calcarea locale, molto probabilmente assottigliato ad opera dell'uomo per far risalire il blocco roccioso, in modo da accentuare la caratteristica forma di fungo.

Verso Piazzaga

Si prosegue per ritornare al borgo, dove si gira a sinistra in direzione Piazzaga per imboccare la scalinata che sbuca poi sulla carrozzabile in cemento e pietra. Si prosegue lungo la strada principale per 900 m, prima di incrociare il sentiero che a sinistra si stacca ed accorcia il percorso per lo storico borgo di Piazzaga, sede dell’omonimo crotto. Si prosegue in discesa oltre gli edifici, imboccando la scalinata che inizia a scendere ripida per 500 m fino ad incrociare il sentiero dei massi avelli, un breve percorso ad anello di 1,6 km che attraversa un’area ricca delle misteriose tombe a forma di vasca scavate nei massi erratici e orientate generalmente in direzione est-ovest. Queste sepolture, molto probabilmente destinate a personaggi di alto rango, costituiscono una singolarità della zona che va da Como al Canton Ticino, dalla Brianza alla Valtellina. Di problematica datazione, i massi avelli vengono attribuiti dagli ultimi studi all’arco temporale tra la fine del V secolo e il termine del VI secolo d.C.

Passando dalla Porta Travaina

L’anello riporta pochi metri più a valle del punto in cui è stato imboccato in precedenza, dove si gira a destra per proseguire la discesa, attraversando il residuo di una porta urbica in pietra denominata Porta di Travaina ed arrivare dopo 1 km di nuovo a Torno incrociando l’asfalto di via Pergola. Si prosegue dritto sul passaggio pedonale di via al Pozzo e poi via Tridi, attraversando il centro storico di Torno per raggiungere di nuovo il punto di partenza del percorso.