• Itinerari

Alla ricerca della Neve di Maggio

Tra borghi medioevali e castagneti, tra percorsi d'arte e punti panoramici, tra chiese e distese di narcisi.

Partenza/Arrivo
Da: Parcheggio di Strada del Lazzaretto - Rezzago (CO)
A: Parcheggio di Strada del Lazzaretto - Rezzago (CO)
Tipologia/Periodo
A piedi
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
5h
16.72km - 7 Tappe
Dislivello
Salita: 889m
Difficoltà
MEDIA

Una coltre di narcisi in fiore nei pascoli tra Caglio e Sormano ricopriva, in passato, di bianco il verde dell'erba.

Questi luoghi ricoperti erano popolari tra i bambini che raccoglievano i narcisi e componevano piccoli mazzetti da vendere in paese.

Oggi con una giusta attenzione e interventi adeguati, i bulbi possono ancora fiorire e far tornare a splendere la "Neve di Maggio".

Mostra cosa c'è nelle vicinanze:

Verso la Chiesetta della Buona Morte

Il punto di partenza consigliato è il parcheggio di Strada del Lazzaretto appena oltre l’abitato di Rezzago, raggiungibile da una deviazione dalla SP44 che collega Asso con Nesso, dove si può lasciare l’auto, oppure volendo utilizzare i mezzi pubblici si scende alla fermata della linea C37 di via Santa Valeria 74 a Rezzago. Da qui si parte continuando in discesa sulla stessa via, fino a raggiungere il ponticello sul torrente Rezzago dopo 400 m, preceduto da una fontana utile a riempire la borraccia prima dell’escursione. Si gira a destra e si supera la piccola chiesetta di Madonna dei Morti o Chiesetta della Buona Morte, affiancata da un gigante masso erratico che la sovrasta in altezza. Qui è presente anche una piccola area picnic dove ristorare al suono delle acque del torrente.

Arrivando ai Funghi di Terra

Si inizia a salire lungo il sentiero, che si alterna con tratti con gradini in legno per raggiungere dopo meno di 300 m la deviazione a sinistra che porta al primo degli attuali “Funghi di Rezzago”, curiose ed effimere architetture naturali in terra. Scientificamente detti «Piramidi di erosione», si tratta di monumenti naturali che a guardarli paiono funghi che vengono erosi nel tempo dagli agenti atmosferici, fino a quando il «fusto» di terra non riesce più a sostenere il masso, questo cade e il «fungo» si trasforma in un «cono», progressivamente poi distrutto da pioggia e vento.  Il tutto mentre iniziano a formarsi nuovi funghi in un continuo ciclo in divenire.

Entrando nella Selva di Rezzago

Superato il primo si prosegue per 150 m sul sentiero in salita, fino allo slargo dal quale è possibile ammirare il secondo fungo. Ancora alcuni gradini e la vista si apre su un monumentale castagno, che anticipa la vera e propria selva di Rezzago, una maestosa area in cui sono presenti castagni secolari che creano un’atmosfera magica, soprattutto nel periodo autunnale. È uno dei pochi castagneti in cui sono ancora presenti incisioni della corteccia o targhe con un numero o una sigla di famiglia, che attestava la proprietà della pianta registrata in un apposito documento grazie all’antico “ius plantandi”, che permetteva alle famiglie che non possedevano terre per coltivare piante di castagno (soprannominata ai tempi “albero del pane”) di piantare sul suolo pubblico piante di castagno e quindi poi di goderne dei frutti.

Giungendo al Santuario di Madonna di Campoè

Qui si incrocia una carrozzabile sterrata, dove si gira a destra e dopo 200 m, nei pressi di una cappelletta, a sinistra seguendo la direzione per Madonna di Campoè per quasi 2 km, quando si raggiungono l’oasi faunistica e l’orto botanico di Caglio. Si tratta di uno spazio protetto, all’interno del quale tutti, ma soprattutto i bambini, possono interagire con gli elementi dell’habitat naturale: una visita offre non solo una conoscenza del bosco dal punto di vista botanico e del suo utilizzo da parte della comunità umana, ma consente a tutti un approccio alla fauna che normalmente vive o migra nella zona e agli altri animali della tradizione domestica. Eventualmente nei pressi è presente un parcheggio, che consente di ridurre eventualmente l’anello di quasi 7km, seppur senza il passaggio alla meravigliosa selva di Rezzago ed ai “funghi”. Riprendendo il percorso, dopo 250 m si giunge al suggestivo Santuario di Madonna di Campoè, per poi proseguire sulla strada asfaltata che porta al bivio del cimitero.

Ricercando Segantini nel borgo di Caglio

Al Santuario della Madonna di Campoè è possibile proseguire dritto per il centro di Caglio per un anello di circa 2 km andata/ritorno dove è possibile ammirare alcuni dei maggiori capolavori di Giovanni Segantini, riprodotti a grande dimensione, nei punti del borgo brianteo più suggestivi e più strettamente legati al maestro, come la casa in cui visse dal 1885 al 1886, e alla sua permanenza in Brianza, realizzati nel 2008 in occasione dei 150 anni dalla nascita del grande pittore divisionista, nel 2008.

Arrivando alla Colma di Caglio

Tornati al bivio del cimitero si gira a destra, imboccando via Bryan Coony, chiamata così in onore di Carlo Bianconi. Cagliese, emigrato a inizio ‘800 in Irlanda, creò il primo servizio pubblico di diligenza, che lo fece molto apprezzare in quel Paese, tanto che divenne sindaco di Clonnel, la sua città di adozione, trasformando poi il suo nome in Bryan Coony. Dopo 350 m si gira a sinistra per proseguire in salita su via ai Monti, per imboccare dopo 150 m la mulattiera in pietra e cemento da seguire fino alla fine, quando dopo 2,5 km di salita continua si raggiunge Colma di Caglio (1129 m).

Camminando verso la Colma di Sormano

Si prosegue imboccando il sentiero che passa tra la recinzione in legno per un saliscendi che, passando da Monte Falò (1179 m), in 500 m porta alla Colma di Sormano (1123 m) lungo il breve tratto che ricalca il Sentiero Italia. Qui, dove è situato l’osservatorio astronomico di Sormano ed è posta anche una bicicletta in onore delle eroiche imprese ciclistiche passate, è possibile ammirare uno splendido panorama sulle prealpi e sui paesi sottostanti, oppure ristorarsi presso il bar ristorante o sui prati per un pic-nic estivo.

Una volta terminata la sosta rigenerante si riprende la discesa imboccando il sentierino a lato del pannello informativo del punto panoramico, che in poco più di 600 m riporta alla mulattiera usata per la salita. Si prosegue in discesa lungo la via del ritorno, ritornando sui propri passi passando da Campoè fino al bivio della cappelletta nei pressi della selva di Rezzago. Per l’ultimo tratto, invece di ripassare dal sentiero tra i Funghi di Rezzago, si gira a sinistra per la ripida mulattiera cementata che in 1,2 km riporta al punto di partenza, nei pressi dell’antica Fontana dell'Acqua Bona realizzata nel 1923.