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Il larice millenario
Rappresenta a tutt'oggi l'albero più vecchio, con età certa, presente in Italia.
Dicono che abbracciare gli alberi abbia un potere terapeutico sulla salute dell'uomo. Immaginate l'energia che può trasmettervi un larice nato nel 1007. E' ancora vivo e si trova in discrete condizioni di salute, a quota 2160m. Ancorati alle radici, gli alberi non si muovono. Si procurano da soli il nutrimento grazie alla clorofilla, trasformando l’energia solare in materia organica. Non hanno un cuore, due occhi o due gambe eppure esercitano un grande fascino sull'uomo. Questo albero speciale, sopravvissuto per oltre 1000 anni alle condizioni severe dell’alta quota, ha molte cose da raccontare. A dire la verità non è solo, insieme a lui ci sono molti altri alberi, per lo più larici e alcuni cembri, tutti con un destino diverso, colpiti da fulmini, valanghe e massi o schiantati dal vento, che somigliano quasi a dei fossili imbiancati all’accecante luce in quota. Da alcuni anni i ricercatori delle Università di Padova, Pavia e Torino stanno studiando questo manipolo di alberi per trascrivere quello che ci raccontano. Per raggiungere il larice millenario sono sufficienti 40 minuti dai rifugi Gerli-Porro e Ventina.Una facile escursione, lungo un percorso panoramico: un luogo, selvaggio e solitario, che invita a riflettere sulla natura delle cose, sulla vita e il tempo che corre.