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Geologia e risorse minerarie
All'inizio del periodo Cretaceo, circa 130 milioni di anni fa, cominciava il processo di chiusura di un oceano, la Tetide, che portò, in tempi geologici ed attraverso un processo continuo protrattosi fino ai giorni nostri, alla collisione di due continenti (paleo-Europa e paleo-Africa) e alla formazione della catena Alpina.
L'attuale geologia della Valmalenco testimonia attraverso le complesse relazioni che intercorrono fra le sue rocce più caratteristiche (serpentiniti e rocce associate) ciò che resta "allo stato fossile" del margine fra il continente (Paleo- Africa) e il bacino oceanico (Tetide occidentale).
I primi "minatori" che all'Età del Ferro popolavano il territorio della Valmalenco non conoscevano l'origine delle serpentiniti; in queste rocce, così diffuse sul territorio della Valmalenco, avevano però imparato a riconoscere le mineralizzazioni di ferro e rame e a ricavarne i metalli attraverso elementari processi di fusione in semplici forni. Anche i primi "cavatori" dal tardo medioevo e probabilmente anche prima, in epoca romana, impararono ad estrarre e a lavorare, dagli estesi affioramenti di serpentinite, la pietra ollare e il serpentinoscisto al fine di produrre pentole per la cottura dei cibi e lastre per la copertura dei tetti.
Alla complessa storia geologica della Valmalenco e alla grande varietà di rocce affioranti non poteva che corrispondere una ricca ed eccezionale presenza di minerali non solo di interesse economico ma anche scentifico e collezionistico: demantoide, quarzo, perovskite, artinite, brugnatellite, sono alcuni esempi dei minerali più famosi.
Numerosi sono gli studi, i mineralogisti e gli appassionati ricercatori che hanno contribuito, anche con la scoperta di nuovi minerali, a rendere famosa la Valmalenco in questo campo.
A testimonianza di ciò, oltre ad innumerevoli studi e pubblicazioni di carattere scentifico, restano importanti collezioni dedicate ai minerali della Valmalenco.
Parte dell'ampia raccolta mineralogica di Pietro Sigismund (1874-1962), celebre studioso milanese, è custodita presso il Museo Storico, Etnografico e Naturalistico della Valmalenco; quì è possibile ammirare, nell'ambito una collezione di grande valore storico, 180 pezzi trovati dal ricercatore sul territorio della Valmalenco.
A Chiesa in Valmalenco, presso il Centro servizi, è allestita la mostra su "La geologia e le risorse minerarie della Valmalenco ".
Al prof. Fulvio Grazioli (1913-1991), famoso per le notevoli doti di ricercatore nel campo dei minerali e per lo straordinario impegno dedicato a tale passione, va il merito di essere riuscito ad assemblare la più ricca e completa collezione di minerali della Valmalenco (quasi 12.000 campioni raccolti personalmente durante le sue ricerche sul territorio della provincia di Sondrio). Un esposizione dei minerali più significativi della collezione F. Grazioli è allestita presso Castello Masegra nella città di Sondrio.