Ho trovato 19 risultati per bienno

Bienno

L’acqua che muove le ruote idrauliche e plasma il ferro. Così è sempre stato a Bienno in Val Camonica, borgo che si è fermato al Medioevo.
Borgo di Bienno

Visita guidata a Bienno

Questa interessante passeggiata ci porterà a scoprire le meraviglie di uno dei borghi più belli d'Italia. Durante la mattinata la nostra guida ci condurrà tra i rigogliosi boschi che circondano Bienno. Sarà un'occasione per imparare a riconoscere il canto degli uccelli e le tracce di alcuni animali che abitano le valli lombarde. Lungo il percorso incontreremo diverse opere di land art di grandi dimensioni ispirate alle leggende locali. Nel pomeriggio avremo modo di visitare il borgo, passeggiando tra le pittoresche viuzze e gli antichi cortili che ospitano opere d'arte legate alla secolare tradizione di lavorazione del ferro. Infine, visiteremo una fucina attiva dal Seicento fino agli anni 80 e oggi trasformata in un museo che ospita ancora il forno, il maglio e molti attrezzi originali.

Bienno, Casa Valiga e il borgo degli artisti

Giovani da tutto il mondo espongono le proprie opere e accolgono i visitatori nei laboratori allestiti dentro le botteghe e lungo le vie del centro storico

Produzione di candele nei monasteri: laboratori e acquisti

Laboratori e acquisti di candele nei monasteri lombardi
Laboratori e acquisti delle candele nei monasteri lombardi

Palazzo Feltrinelli

http://www.gardalombardia.it/ImmaginiProdottiP/palazzo-feltrinelli_28_420x1000.j...

Avventure didattiche nel Bresciano

I giacimenti minerari in Provincia di Brescia vantano una tradizione millenaria.Le prime attività di estrazione furono intraprese già nell’età del Ferro e proseguirono poi in epoca romana.  Le miniere acquisirono grande importanza a partire dall’ultima fase del Medioevo, come testimoniano le regolamentazioni vigenti all’epoca; in quegli anni erano attive, in Val Trompia, una cinquantina di miniere.Una tradizione che affonda le radici in un passato davvero lontano e che oggi può essere ammirata dai visitatori.  Tra Pezzaze, Bovegno e Collio si sviluppa, nel corso dei secoli, tutta una rete di percorsi terrestri e di cunicoli, spesso collegati fra loro. Una rete di cunicoli in simbiosi con l'altrettanto significativa presenza di impianti esterni di lavorazione dei minerali estratti, di forni fusori e di magli; una connessione di lavori e luoghi che, oltre ad essere il naturale proseguo dell'attività estrattiva con la produzione di semilavorati e prodotti finiti destinati al commercio, nel XIX secolo diviene una filiera produttiva unica. L'esperienza lavorativa ed umana che ha caratterizzato l'intero territorio delle valli bresciane, ora meglio conosciuta e valorizzata come Via del ferro e delle miniere è la proposta con cui si tende a riconvertire il patrimonio produttivo in risorsa culturale e turistica. A Pezzaze, ne sono un esempio le Miniere Marzoli dove il percorso inizia da 700 metri di profondità nel cuore della montagna alla scoperta di patrimonio di inestimabile valore che merita di essere conservato e conosciuto. Oppure , presso il Comune di Collio, si trova la MIniera di Tassara - Sant'Aloisio che, oltre alla visita in Miniera, con il suo Parco Avventura ricorda  il tragitto compiuto dal minerale di ferro, attraverso ponti tibetani, funi, e passerelle. Il maglio ad acqua di Bienno sembra un drago quando è in funzione.Scopriamo i fabbri al lavoro per forgiare il ferro con il fuoco, con l’acqua e con l’aria. Dalla ruota idraulica alla macina, dallo scrigno al sacchetto, nell’antico mulino ad acqua di Bienno si produce ancora la farina come si faceva seicento anni fa.  Nella Valle delle Cartiere di Toscolano Maderno si può assistere a una magia.Questa e la sensazione che proviamo ogni volta che vediamo apparire un nuovo foglio di carta.Una caccia al tesoro, un gioco di orientamento, un’occasione per imparare a riconoscere diverse tecniche artistiche, l’opportunità divertente per conoscere un gioiello del nostro territorio. Nel Museo di S. Giulia ogni bambino viene dotato del Labirinto degli animali, una mappa che riporta il tracciato da seguire. Tutti insieme ci si sposta verso le stanze con gli animali da scovare. Lo faremo seguendo le indicazioni proposte dagli alunni stessi: dritti, a destra o a sinistra? Perché non approfittare di tutto il periodo scolastico per fare un’uscita didattica?I ragazzi avranno la possibilità di verificare in tempo reale molti degli argomenti che stanno studiando a scuola…e il bello è che l’inverno è senza code e senza ressa!Musei e monumenti sono sempre riscaldati e con sciarpa e guanti tutto è accessibile. 

Montagne di storia antica: la Valle Camonica

Queste montagne custodiscono un Patrimonio dell’Umanità e offrono di vivere una vacanza a contatto con la natura tra scalate, passeggiate e gite in bicicletta.   EscursioniLa Valle Camonica è un’ampia distesa pianeggiante che si estende nelle Alpi centrali. Attraversata dal fiume Oglio, dominata dal gruppo dell’Adamello, la valle ospita una delle più grandi collezioni al mondo di arte rupestre preistorica, il primo sito in Italia ad essere stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Visitare questi luoghi, dove non mancano laghi, montagne, parchi naturali e paesaggi sconfinati, significa fare un viaggio nel tempo lungo diecimila anni: dal Mesolitico ai giorni nostri. 5 rifugi il giro della Val MalgaDal ponte del Guat in Val Malga parte un bell’itinerario da percorrere in giornatache porta gli escursionisti ad attraversare la valle e scoprire gli accoglienti rifugi ValMalga, Premassone, Tonolini, Baitone e Gnutti. Dal Premassone inizia una via alpinistica che sale fino alla vetta dell’Adamello. Quello della Val Malga è un trekking di livello escursionistico, che richiede un po’ attenzione nel tratto tra il Gnutti e il Baitone e che si può percorrere in 4 ore di cammino. Chi invece vuole affrontare un’escursione di più giorni può seguire l’Alta via dell'Adamello (Sentiero n. 1), un sentiero splendido da affrontare in ottime condizioni fisiche e con attrezzatura alpinistica adatta all’alta montagna poiché presenta, in alcuni tratti, percorsi attrezzati (corde fisse, scalette, etc…)anche molto esposti. Il sentiero, che da Breno termina a Edolo, deve essere intrapreso solo se si è alpinisti o accompagnati da guide alpine. In corrispondenza di ogni tappa, da ogni rifugio è possibile fare escursioni a breve - medio raggio. Il percorso può comunque essere fruito con escursioni in giornata dal momento che esistono sentieri di accesso e collegamento con i fondovalle. Ghiacciaio 3 giorniSull’Adamello si può anche vivere l’esperienza di un trekking che giunge fino al ghiacciaio.Il Pian di Neve rappresenta una conquista ambita dagli escursionisti poiché permette, nelle giornate terse e limpide, di godere di un panorama grandioso che si spinge fino al Monte Rosa. Gli amanti dell’alpinismo possono invece cimentarsi cimentarsi lungo il Sentiero dei Fiori, una ferrata esposta con punti panoramici incredibili, adatta ad escursionisti esperti dotati di attrezzatura. La ciclovia dell’OglioDalle gite più tranquille alle grandi salite o lungo i sentieri e le ripide discese sterrate: scoprire la Valle Camonica pedalando è uno spettacolo. Dal Passo del Tonale parte una ciclopedonale che connette ben 280 chilometri di percorsi lungo le sponde dell’Oglio, e attraversa il variegato paesaggio della valle, per poi arrivare sulle sponde del Lago d’Iseo e tra i vigneti della Franciacorta. Per gli appassionati di mountain bike, l’Adamello BikeArena offre più di 500 chilometri di percorsi a cavallo fra la Valle Camonica e la Val di Sole, toccando i parchi naturali dello Stelvio e dell’Adamello. Sempre al passo del Tonalesi possono provare anche i percorsi dedicati al downhill e al free-ride. Bienno, borgo tra più i belli d’ItaliaBienno, appartenente al Club de I Borghi più belli d’Italia, offre al visitatore la possibilità di rivivere l’atmosfera medioevale. Passeggiando tra le vie del paese è possibile osservare la caratteristiche case torri e i palazzi nobiliari, visitare la Fucina Museo che conserva un imponente maglio ad acqua e il mulino (sempre azionato dalla forza dell’acqua) con l’annesso Museo della vita contadina. Da non perdere la Chiesa di Santa Maria Annunciata che conserva al suo interno gli splendidi affreschi del Romanino, uno tra i più importanti interpreti della scuola pittorica lombarda e del pittore locale Pietro da Cemmo e della sua bottega.    5 motivi per... 1. Arte. Da vedere la Pieve di San Siro e il Monastero di San Salvatore a Capo di Ponte, testimonianze del romanico in Valle Camonica e il Santuario della Via Crucis di Cerveno con il Sacro monte. 2. Storia. La Valle Camonica, conosciuta anche come la Valle dei Segni, custodisce un vasto patrimonio di incisioni rupestri. Da visitare il Parco Nazionale di Naquane a Capo di Ponte e il MUPRE l Museo Nazionale della preistoria camuna. Altri parchi si trovano a Dafro Boario Terme, Ceto, Cimbergo, Paspardo, Sellero, Sonico e Ossimo. 3. Sport. Sinonimo di vacanza attiva, sia in estate che in inverno, la Valle Camonica offre moltissime opportunità (trekking, percorsi per MTB, bici da strada e da cicloturismo, arrampicata, sci, snowboard, racchette da neve e molto altro ancora) tra Pontedilegno-Tonale, Borno, Montecampione e il passo dell’Aprica. 4. Enogastronomia. I latticini meritano l’attenzione dei gourmet, in particolare il Fatulì (Presidio Slow Food), un caprino affumicato prodotto con latte crudo di capra Bionda dell’Adamello, che si può gustare nei rifugi della Val Saviore e il Silter DOP, formaggio di malga con latte vaccino crudo. 5. Eventi. A giugno la Fiera della Sostenibilità della Natura Alpina organizzata dalla Comunità Montana di Valle Camonica – Parco dell’Adamello. Da non perdere la Mostra Mercato di Bienno, con oltre 200 espositori provenienti da tutti Italia e stand gastronomici con i piatti tipici della tradizione camuna. Infine la rassegna “Del Bene e del Bello”, dedicate al patrimonio culturale.
@inlombardia -  Valle Camonica

Eventi in Lombardia ad Agosto 2024

Agosto in Lombardia è svago, relax ed esplorazione culturale e gastronomica in preziose località da riscoprire in estate
Eventi Agosto 2024 - Lombardia

Romanino tra il Sebino, la Valle Camonica e la Franciacorta

Nel territorio di Brescia, dove Girolamo Romanino aveva casa, bottega e famiglia, sono conservate molte opere del pittore che consentono di avvicinarsi all’attività lunga e proficua di quello che è considerato uno degli esponenti di spicco della cultura figurativa veneziana di primo Cinquecento. La Pinacoteca Civica, ad esempio, custodisce alcuni dei suoi lavori importanti, mentre altre opere sono distribuite in diverse chiese cittadine, a volte ancora nelle collocazioni originarie. Ma il percorso romaniniano più ricco e interessante può essere compiuto seguendo un itinerario che si snoda fra il bacino del Sebino, la Franciacorta e la Valle Camonica. Si può partire dalla chiesa di San Pietro a Tavernola Bergamasca dove, intorno al 1512, Romanino esegue due dipinti murali raffiguranti una Madonna col Bambino, san Giorgio, san Maurizio e i santi Pietro e Paolo che presentano gli offerenti e una Crocifissione con astanti. Sono gli anni in cui la città di Brescia subisce l’invasione dei francesi che forzerà la fuoriuscita di molti alla ricerca di stabilità politica ed economica. Fra questi Romanino, verosimilmente esule sulla sponda del lago dove aveva trovato rifugio anche il governo provvisorio della città e da cui si muoverà alla volta di Padova. Con ogni probabilità quello di Tavernola Bergamasca non è più da ritenersi l’unico episodio di pittura romaniniana esistente sul Sebino. Recenti studi hanno infatti attribuito al pittore un ciclo antecedente ubicato a Monte Isola nell’oratorio di San Rocco attiguo alla chiesa parrocchiale di Peschiera Maraglio. Le due testimonianze pittoriche documentano l’esperienza giovanile su muro del pittore contraddistinta, in particolare, dall’uso vistoso del tratteggio grafico di finitura eseguito a punta di pennello: una traccia delle abitudini di Romanino, e di molti altri pittori dell’epoca, ad utilizzare le stampe come strumento per formarsi e aggiornarsi e come inventario dal quale trarre non solo modelli figurativi ma anche espedienti tecnici da trasferire in pittura. Nei primi anni Venti del Cinquecento Romanino, impegnato in Brescia, riceve anche incarichi prestigiosi dal circondario. A Capriolo, ad esempio, in Franciacorta, sull’altare della Scuola del Santissimo Sacramento nella parrocchiale di San Giorgio si può ancora oggi osservare una grande tavola centinata raffigurante una Resurrezione. Realizzata intorno al 1525, caratterizzata dall’intensità cromatica e dall’audacia compositiva, l’opera precede di pochi anni una delle commissioni importanti che apriranno al pittore la pista verso il nord della provincia, la decorazione del refettorio della foresteria dell’abbazia olivetana di Rodengo Saiano. L’ambiente era stato completamente rivestito da una zoccolatura e da un’architettura illusionistica ancora parzialmente visibili che facevano da fondale a un programma iconografico attinente al tema dell’ospitalità, connessa alla funzione della stanza. Oggi non è più possibile valutare la portata dell’insieme originario. Nel 1864 il ciclo è stato in parte strappato: due scene con la Cena in Emmaus e la Cena in casa di Simon Fariseo si trovano esposte presso la Pinacoteca di Brescia. In loco sono rimasti una Madonna col Bambino e san Giovannino e due riquadri raffiguranti rispettivamente Cristo e la Samaritana e una Dispensa con stoviglie, oltre a due angeli reggenti lo stemma olivetano sopra una porta d’ingresso. Il cromatismo acceso giocato sui colori contrastanti, la torsione e il gigantismo delle figure e una pittura già ampiamente basata sull’uso di pennellate larghe e mosse, documentano il percorso di evoluzione dei modi esecutivi del pittore alla fine del terzo decennio: i dipinti hanno infatti trovato una datazione concorde intorno al 1528. Si situano invece alla metà degli anni Venti alcuni dipinti murali, originariamente collocati nella cappella di San Rocco adiacente alla chiesa parrocchiale di Villongo San Filastrio. Questi resti di un piccolo ciclo con una Madonna e alcuni santi possono, secondo molti studiosi, essere ascritti alla mano di Romanino. L’attribuzione però non è concorde. Il parere di altri propende per riconoscere nei dipinti e nelle sinopie rimaste sul muro a seguito dello strappo, un intervento del pittore lodigiano Callisto Piazza, in un momento della sua produzione in cui le tangenze di stile e di tecnica con Romanino sono molto evidenti. Romanino risalirà la sponda del Sebino per giungere in Valle Camonica qualche anno dopo. I suoi interventi a Pisogne, Breno e Bienno, considerati in successione secondo l’ordine cronologico, si inseriscono in un contesto che beneficia di una situazione di particolare stabilità politica, sancita dai patti della Pace di Bologna del dicembre del 1529, e di grande risveglio economico. La Repubblica di Venezia aveva di fatto consolidato il proprio dominio sul territorio e avviato politiche di sostegno per i singoli comuni. In questo clima si assiste alla ripresa delle commissioni artistiche e all’arrivo del pittore reduce dai lavori nel Magno Palazzo di Trento e in una dimora a San Felice del Benaco. Ciò che qualifica anzitutto i cantieri di pittura murale di Santa Maria della Neve a Pisogne, di Sant’Antonio a Breno e di Santa Maria Annunciata a Bienno è il loro carattere civico e comunitario: i tre lavori sono promossi dalle autorità civili delle tre località a nome delle rispettive comunità che esercitano patronato pubblico sugli edifici e caratterizzati come uno sforzo significativo di aggiornamento dell’apparato decorativo già esistente. La datazione degli interventi non è direttamente documentata, ma è legata per Pisogne a un credito contratto da Romanino nel 1534 con i committenti, per Breno alla traslazione nel 1535 del Santissimo dalla Parrocchiale a Sant’Antonio, per Bienno alla risoluzione nel 1540 di una disputa sulla proprietà della chiesa. A Pisogne i dipinti, estesi sull’intero corpo della chiesa, propongono un programma incentrato sulla Storie della passione e della resurrezione di Cristo. A Breno, nel coro, si dispiega un ciclo con episodi salienti del Libro biblico del profeta Daniele dedicato alle vicende esemplari dei re Nabucodonosor, Balthasar e Dario il Medo che sperimentano la facoltà divina di dare o togliere il regno in funzione dell’esercizio più o meno corretto del potere: un significato che risulta direttamente collegato alle funzioni politiche della chiesa, luogo di investitura del Capitano di Valle nominato dal Senato della Repubblica di Venezia. A Bienno, i soggetti sono ricavati dalla narrazione della vita della Vergine compresa nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine e sistemati nel presbiterio con un’insolita disposizione a chiasmo che trasgredisce l’ordine scritto. I tre cicli sono caratterizzati dall’impiego libero dei mezzi pittorici: le forme anatomiche distorte, i tocchi di colore saturo, l’ampio uso della pittura lasciata abbozzata, l’intonaco a vista, documentano l’avvio di una nuova stagione espressiva del pittore. Si tratta di una scelta che testimonia la volontà di esibire il virtuosismo di una pittura immediata e sprezzante, che costituisce uno degli orientamenti più aggiornati e innovativi della cultura degli anni trenta del Cinquecento evidentemente apprezzato dai committenti camuni. Oltre ai dipinti murali, in Valle Camonica è custodita presso il Museo Camuno di Breno una tela con Cristo Crocifisso collocabile al 1550. L’opera è dipinta da entrambi i lati. Sul retro è osservabile un abbozzo con la Madonna col Bambino e santa Caterina lasciato incompiuto da Romanino, come mostrano diversi pentimenti. Nella stessa sala sono esposti anche due frammenti ricomposti di una tela a tempera con Teste di prelati che in origine avevano verosimilmente la funzione di anta d’organo. L’attribuzione del pezzo è ancora oggi dibattuta fra Romanino e Callisto Piazza. Sempre a Breno, in San Valentino, si trova una tavola con una Madonna col Bambino e Giovannino tra i santi Valentino e Maurizio da alcuni ritenuta un’opera giovanile del pittore.   Sara Marazzani
Romanino

Borghi Brescia

Incastonati in armoniose cornici naturali sorgono borghi medievali o rinascimentali da visitare

In viaggio sul Treno dei Sapori

Itinerari a scelta tra Brescia e Pisogne. Comfort e tecnologia per godersi la Franciacorta e il Lago d'Iseo dal Treno dei Sapori

Cosa vedere sulle montagne lombarde

Cosa visitare in Lombardia: guida ai luoghi e alle località più importanti.
Cosa vedere sulle montagne lombarde