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Grazie
Gruppi di case addossate al Santuario della Madonna delle Grazie: siamo a Grazie, circondata da paesaggi virgiliani alle porte di Mantova
Nel 1037, su un piccolo promontorio emergente da un intrico di paludi, corsi d’acqua e canneti vicino a Mantova, esiste un’edicola o oratorio in cui contadini e barcaioli venerano l’immagine miracolosa della Vergine col Bambino in grembo.
Nacque così il borgo di Grazie (MN), il cui nucleo storico è rappresentato dal santuario della Beata Maria Vergine delle Grazie in elegante stile gotico lombardo, iniziato nel 1399 e consacrato nel 1406, in posizione rialzata sui canneti del Mincio che gli scorre alle spalle e la facciata rivolta verso il borgo; gli altri edifici antistanti sono vecchie case di pescatori e case sorte dalla chiusura dei portici che ospitarono botteghe e ricoveri per i pellegrini.
Entrando in chiesa si trova ancora, sopra al tabernacolo, l’icona miracolosa della Madonna delle Grazie adorata dai pescatori; ma lo stupore maggiore viene per la folla di statue ex-voto testimoni della devozione popolare che sembra protendersi verso il visitatore dalle nicchie in cui sono collocate, come fosse un teatro dei miracoli cinquecentesco e barocco.
Le cappelle della chiesa custodiscono straordinari monumenti sepolcrali, come quello – a firma di Giulio Romano – in cui riposa Baldassarre Castiglioni, autore de Il Cortegiano.
Nell’afosa luce estiva come nelle foschie invernali, il luogo emana un fascino strano.
Nostra Signora dei miracoli ancora dispiega il suo mantello sul piazzale di Grazie, dove gli artisti girovaghi chiamati “madonnari” ne disegnano l’effigie sull’asfalto con gessetti colorati.
In questo paesaggio umido, basta scendere verso il Mincio e navigare lentamente il fiume e i suoi canali, per trovare paesaggi virgiliani con canneti e ninfee, rare specie di uccelli ed in estate esotici fiori di loto. Ed in fondo appare magnifico lo skyline di Mantova.
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