- Arte e Cultura
Una visita all’Abbazia del Cerreto
Abbazia del Cerreto: un gioiello cistercense nel Lodigiano
Alessandra Heidelberg, founder del blog Alessandra Style, è rimasta affascinata dalla storia e dalla bellezza dell’Abbazia del Cerreto e ci racconta la sua visita.
Quando si parla di Lombardia viene spontaneo associarla alla città di Milano con il suo contesto urbano, le sue infrastrutture, i grattacieli e l’economia collegata al business e a uno stile di vita frenetico. Ho avuto la possibilità di fare un’esperienza del tutto diversa e ho scoperto che questa Regione è molto altro ed è in grado di offrire suggestioni inaspettate.
L’Abbazia del Cerreto
Giungendo in treno dalla metropoli per un breve soggiorno in terra lodigiana, il mio sguardo si è posato quasi inavvertitamente sul distensivo paesaggio naturale della pianura padana, coi campi irrigati da una fitta rete di ‘rogge’, filari di alberi, piccoli centri abitati, fattorie, cascinali. Nel mio breve soggiorno a Lodi e dintorni ho, poi, scoperto che il territorio è ricco anche di storia e di beni architettonici testimoni di un importante passato. Tra questi ultimi ho avuto occasione di visitare l’Abbazia del Cerreto, un piccolo gioiello architettonico incastonato nel verde della campagna. L’edificio monastico mi ha subito richiamato alla mente Chiaravalle Milanese, sia pure in dimensioni più ridotte. E infatti, come ho appreso, l’abbazia lodigiana, fondata dai benedettini nel 1084, fu successivamente affidata ai cistercensi di Bernardo di Chiaravalle e acquisì nel tempo un ruolo significativo.
L’interno della chiesa, esempio notevole di architettura romanico-gotica, mi è apparso non meno suggestivo. La pianta è di tipo basilicale, a tre navate, di cui quella centrale composta da quattro doppie campate rettangolari, a cui corrispondono, nelle laterali, otto piccole campate. I pilastri sono tutti in mattone, formati da tre massicce colonne semicilindriche. La cosa che più mi ha colpito è l’accostamento dell’originario mattone, tipico della terra lombarda, col bianco dei restauri di anni recenti, un mix cromatico, a mio avviso, particolarmente riuscito. Tra le opere pregevoli che si trovano all’interno spicca una tela di Callisto Piazza, discepolo di Tiziano, denominata “Pala Cesi”. Il dipinto, commissionato dall’abate Cesi, raffigura la Madonna col Bambino, i santi e il committente stesso.
Mi fa particolarmente piacere citare la cappella del Santo Rosario, che si trova a sinistra dell’ingresso. Ho appreso una nota curiosa legata a questo angolo dell’abbazia: anticamente era detta “la cappella delle donne” perché a loro destinata dal momento che, secondo la regola cistercense, esse non potevano recarsi nella chiesa abbaziale se non nel giorno della festa della Dedicazione.
La visita ad Abbadia Cerreto è stata per me un’immersione in un paesaggio fuori dal tempo, dove il religioso silenzio di antiche mura e la rilassante quiete della campagna circostante mi hanno regalato momenti di autentica serenità, lontano dalla caotica vita cittadina.
Informazioni utili
Abbazia del Cerreto
Piazza della Vittoria - Abbadia Cerreto (LO)
Orari:
Aperto sabato e domenica
10.30 -18.00