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Liutai italiani del Novecento
Nelle collezioni del Museo del Violino
Il 1937 è data determinante nel percorso di rinascita della liuteria cremonese. Le Celebrazioni Stradivariane caratterizzarono la ricostruzione dell’identità cittadina e agevolarono l’apertura della scuola internazionale di liuteria. Cardini
della rassegna furono la mostra di liuteria storica, in palazzo Cittanova, e il Concorso di Liuteria Moderna, in palazzo Soranzo Vidoni.
In ragione della propria tradizione, Cremona fu individuata sia come il centro nazionale da cui promuovere il rilancio della liuteria moderna
sia come sede per l’esposizione delle opere dei principali Maestri del Novecento. Tal fine si concretò in due importanti donazioni da parte della federazione fascista degli Artigiani
e dell’E.N.A.P.I., Ente Nazionale Artigianato e Piccola Impresa. La prima era costituita da 19 strumenti di liuteria italiana premiati in rassegne nazionali, la seconda dai 24 vincitori del concorso svoltosi a Cremona nel 1937. Dopo la donazione, nel 1930, dei reperti stradivariani da parte del liutaio bolognese Giuseppe Fiorini, questi
strumenti costituirono il primo importante nucleo delle collezioni civiche. Negli anni successivi altri se ne aggiunsero grazie a contributi privati.
Mai totalmente esposta al Museo del Violino, viene ora presentata, in un nuovo allestimento, a cura di Fausto Cacciatori, dopo una attenta campagna di studio e catalogazione con schede Sirbec, documentata da un importante catalogo.
Saranno parallelamente valorizzati documenti di particolare interesse come il fondo Bacchetta, conservato presso la Biblioteca Statale.
Sottende ognuna di queste azioni la volontà di dar concreto risalto ad una collezione storica del patrimonio civico, determinante nella costruzione dell’attuale straordinaria realtà della città e, parallelamente, al rilancio della produzione
artigianale nel Paese.