- Itinerari
Sul Monte Spedone verso Nesolio
Anello sul Monte Spedone, con partenza e arrivo ad Erve
Si parte da Erve (600 m), in provincia di Lecco, paese di bassa quota dilatato verso il Resegone sulle due sponde del limpido fiume Galavessa.
Si lascia l’auto nel parcheggio del cimitero e si prosegue sulla stradetta che, panoramica sulla forra del fiume, si allunga verso la Cappella del Corno (v. segnalazioni e bolli CAI 831): bastano 10 minuti e si è sul primo punto panoramico su Vercurago e i laghi della Brianza.
Si piega a sinistra, in ripida salita; si supera il rudere di cascinetto e, a balzi successivi, si entra nel bosco di castagni, faggi carpini e roverelle, in cui, a volte, s’aprono finestre sull’isolato ed antico borgo di Nesolio.
Dopo aver superato in salita un appostamento venatorio, si giunge al colle detto Sopracorna (930 m 1 h 30’ dalla partenza). Oltre c’è il dirupo.
Una pausa consente di riposare davanti ad un’aperta veduta su Carenno e sull’alta Brianza.
Qui c’è la possibilità di proseguire sia a destra che a sinistra; prendiamo la via più integra e all’ombra, che è a sinistra.
Dapprima su stradello, poi sentiero, ci allunghiamo nel bosco di Monico (Munich), seguendo sempre i bolli gialli, fino a raggiungere lo spartiacque che dà sulla valle dei Morti di Carenno.
Superati vari capanni troviamo la prima palina segnaletica CAI; a destra per il vero Passo del Pertus (CAI 912) a sinistra quella che si abbassa verso il Rifugio Alpinisti Monzesi, Piazzo e Nesolio (CAI 912). Su quest’ultima, con alle spalle il Monte Ocone, si inizia la discesa, ora più varia ed aperta sul coronamento di valle e sui dirimpettai Monte Madurga, Gavazzo e Corno di Grao.
Si scende fra pascoli incolti e vecchie stalle, sino a incontrare una fontana scavata nella roccia (30’ dalla Costa) e la vicina ristrutturata Baita Brusa.
Si prosegue fra boschi, si superano altre cascine sino ad entrare sull’antico borgo di Nesolio (695 m 1 h dalla Costa).
Nesolio ha la sua storia secolare, legata alla vendita delle castagne, alla magra agricoltura di montagna, al lavoro nelle miniere della Passata e all’emigrazione.
Da qui si raggiunge nuovamente Erve (15’), e per l’antica mulattiera ci si abbassa verso la chiesa.
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