- Itinerari
Cammino di San Colombano
Un itinerario che attraversa l’Europa sulle orme di San Colombano
Il Cammino di San Colombano è un’antica via di pellegrinaggio che attraversa gran parte dell’Europa e che ricalca le orme dell’Abate del VI-VII secolo dall’Irlanda, sua nel terra natale fino a Bobbio, sede della celebre abbazia da lui fondata nel cuore dell’Appennino.
Colombano è una delle figure più influenti della sua epoca, riconosciuto come uno dei fondatori dell’Europa per la sua opera di evangelizzazione, civilizzazione e riunificazione del Vecchio Continente che ha contribuito alla sua ricostruzione dalle macerie dell’impero romano. Nel 591, a cinquant’anni, salpò con dodici discepoli da Bangor, in Irlanda del Nord, e per oltre trent’anni viaggiò attraverso l’Europa fondando comunità e monasteri in territori che, ancora oggi, ne ricordano le gesta e conservano la memoria: Irlanda, Gran Bretagna, Francia, Germania, Svizzera, Austria e Italia.
Colombano e il suo discepolo Gallo furono figure chiave del monachesimo irlandese, il primo grande movimento monastico d’Europa che promuoveva l’alfabetizzazione e l’istruzione, anticipando il grande movimento monastico del Medioevo.
L’itinerario culturale Europeo pensato e tracciato dall’Associazione Europea del Cammino di San Colombano viene costantemente seguito nel suo sviluppo e nella sua realizzazione da tra associazioni molto attive: gli Amici di San Colombano per l’Europa di San Colombano al Lambro, gli Amici di San Colombano di Bobbio, gli Amici del Cammino di San Colombano di Vaprio d’Adda.
E’ l’occasione per ripercorrere i passi del Santo, che attraverso le Alpi giunse a Milano i governanti Longobardi che lo indirizzarono verso la piccola cittadina di Bobbio, situata all’estremità settentrionale degli Appennini. Qui fondò la sua ultima Abbazia che divenne centro di stabilità e cultura in un periodo di violenza e turbolenze, e resterà per secoli l’istituzione più influente dal punto di vista religioso e culturale di tutto il nord Italia.
Colombano morì nel 615. I suoi resti sono custoditi nella cripta della Basilica dell’Abbazia, dove ogni anno migliaia di persone si recano a venerarne la memoria Insieme alla grotta di San Michele a Coli, (a 9 km da Bobbio) dove la tradizione vuole che l’Abate si ritrovava in solitudine in preghiera e dove sarebbe morto, la cripta è la mèta del cammino che in territorio italiano si snoda per 330 km circa su una lunghezza complessiva di oltre 5.000 km.
L’itinerario italiano parte da Villa di Chiavenna, costeggia il lato orientale del lago di Como e prosegue fino a Lecco. Attraverserai i piccoli paesi di Novate, Curcio, Dervio, Bellano e Varenna, denominata “La perla del Lario”. Borghi affacciati sulle acque del lago e circondati dai monti. Continuerai i tuoi passi toccando altre due località lariane, Lierna e Abbadia, punto di partenza del Sentiero del Viandante, altro straordinario cammino che ti porterà in 7 tappe alla scoperta delle bellezze artistiche e naturali del lago.
Da Lecco prosegui seguendo le correnti del fiume Adda, attraverso Olginate e Brivio sino a raggiungere l’area del milanese. L’attraversamento della città porta il pellegrino a raggiungere il cuore (Basilica di San Marco, Duomo) per poi riprendere la campagna pianeggiante uscendo da porta Romana.
Dall’antica basilica di Sant’Eustorgio per chi vuole compiere questo ultima tratto del viaggio (circa 150 km) verso Bobbio con motivazioni spirituali e religiose avrà la possibilità di raggiungere la tomba dove da 1400 riposa in n. 8 tappe dove poter ricevere il timbro sulla carta del pellegrino e ottenere il testimonium al termine del pellegrinaggio.
In queste tappe ai luoghi significativi della fede e di sosta per lo spirito si affiancano importanti attrattive dal punto di vista ambientale, paesaggistico, culturale, musicale, artigianale ed enogastronomico.
Usciti dalla città dopo aver percorso la fertilissima pianura padana e dopo aver raggiunto Melegnano, Lodivecchio e Sant’Angelo Lodigiano si riprende il passo fino a salire sulla collina che acquisì anche il nome dal famoso ospite che in quelle terre vi transitò lasciando una traccia indelebile. Incuneato fra le province di Lodi e di Pavia San Colombano al Lambro è il regno del vino D.O.C. San Colombano, “il vino di Milano”, grazie all’ottima posizione e all’abbondante resa dei vitigni dei colli circostanti.
L’ultimo tratto in terra lombarda ricalca la Via Francigena in territorio di Orio Litta e Corte Sant’Andrea, dove al transitum padi, recentemente battezzato Guado di Sigerico e di San Colombano un battello, denominato San Colombano, attende il pellegrino e il camminatore per traghettarlo al di là dal Po sulla sponda piacentina di Soprarivo.
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Tappe dell'itinerario
1. Da Villa di Chiavenna a Chiavenna (10,2 km)
Il percorso in territorio italiano inizia poche decine di metri prima del confine di stato con la Svizzera. Percorreremo la ciclabile N6 che proviene dalla Svizzera e ci consentirà di arrivare a Chiavenna.
Il cammino costeggia il fiume Mera passando tra piccole frazioni, campi coltivati ed aziende agricole. A Prosto merita una visita la Chiesa Parrocchiale. Da qui la ciclo-pedonale passa per bei pratoni e cascine: in distanza in prossimità dell’abitato di Piuro sulla destra sono ben visibili sulla destra le meravigliose cascate dell’Acqua Fraggia. Ci si avvicina quindi alle “Marmitte dei Giganti”: grandi rocce scavate dall’acqua!
Ormai si è in prossimità di Chiavenna ove incontriamo anche i caratteristici “Crotti”. A Chiavenna è una bella cittadina con molti i luoghi da visitare oltre al caratteristico centro storico. In particolare la tappa termina presso la Collegiata di San Lorenzo che fu iniziata nel V secolo ed ampliata nei secoli successivi. Al suo interno è contenuta l’opera Pace di Chiavenna, importante esempio di oreficeria medievale.
2. Da Chiavenna a Verceia (25 km)
Si cammina lungo l’antica “via Francisca” (indicata da vari cartelli / indicazioni in giallo) e poi si imbocca di nuovo a ciclopedonale “ciclabile della Val Chiavenna” N6 che abbiamo già percorso nella tappa precedente. A Chiavenna si parte da via Marconi poi si prosegue per Via Volta e successivamente sempre dritto per Mese e poi Gordona.
Nei pressi del Comune di Gordona si prende da Via Francisca che seguiremo (seguendo la “variante bassa”) fino a San Pietro frazione di Samolaco. Qui troveremo le chiare indicazioni per ridiscendere verso il ponte sul Mera. Siamo ora in pianura tra campi coltivati ed alcune cascine, lasciando ai nostri fianchi le montagne della Valchiavenna. D’ora in avanti si costeggerà il Mera lungo la Ciclo-pedonale N6 fino alla frazione di Giumellasco.
Siamo ormai alle porte di Novate Mezzola dopo un breve passaggio (su marciapiede) lungo la SP2 riprenderemo la ciclo-pedonale N6 che, costeggiando il lago di Novate Mezzola ci porterà a Verceia alla Chiesa di San Fedele a pochi passi dal lungolago. Nella frazione Campo di Novate Mezzola, merita una visita l’Oratorio di San Colombano antico edificio parrocchiale sorto sui resti dell’antico monastero fondato dai monaci di Bobbio.
3. Da Verceia a Colico (12,4 km)
La tappa parte dal lungolago di Verceia seguendo la N6 fino a piegare verso destra in via Casello Sette. Da qui, seguendo le indicazioni dei cartelli, si giunge a Dubino per poi attraversare il fiume Adda.
In alternativa alle porte di Dubino (sempre indicato in luogo) è possibile raggiungere l’Adda attraverso la suggestiva riserva naturale del “Pian di Spagna”. In questo caso, alla fine del percorso, raggiunta la SS36 va, con attenzione, attraversata per passare sul lato protetto del ponte dove c’e’ un marciapiedi.
Se invece attraversiamo Dubino ci troveremo a costeggiare per 300-400 metri l’argine lungo un sentiero di campagna fino al ponte sulla SS36. Qui lo attraverseremo in sicurezza sul lato protetto dal marciapiede e scenderemo subito sotto il ponte dove passa la ciclabile del “Sentiero Valtellina” che corre lungo l’argine del fiume: lo percorreremo fino a Colico costeggiando il fiume Adda in un ambiente naturale molto bello e selvaggio. Colico offre molte strutture ricettive e merita una bella visita il lungo lago.
4. Da Colico a Dervio (12,8 km)
Da Colico sono possibili due diverse opzioni. Si suggerisce di seguire le indicazioni per Piantedo per il Santuario della Madonna di Valpozzo. Si allunga l’itinerario di qualche chilometro ma lo sforzo è ripagato dal meraviglioso luogo. Qui inizia il Sentiero del Viandante che percorreremo nelle prossime tappe fino a Lecco.
In alternativa, da Colico, per abbreviare il percorso, è possibile seguire già le indicazioni della “Vie del Viandante” verso Villatico e raggiungere il “sentiero del Viandante” qualche chilometro dopo il Santuario di Valpozzo.
Lungo il sentiero potremo ammirare il Lago di Como sponda lecchese. Giungiamo alla stupenda frazione di Corenno Plinio caratterizzata da un antico borgo medioevale. Da qui si raggiunge la conclusione della rappa a Dervio caratteristica località lacustre.
5. Da Dervio a Lierna (18,7 km)
Si prosegue sempre sul sentiero del Viandante. Dopo Varenna è possibile scegliere tra due percorsi, variante alta o bassa entrambe ben segnate. La seconda è meno impegnativa per il dislivello da affrontare.
A Lierna, borgo molto bello affacciato sul lago con una caratteristica spiaggia, segnaliamo il campanile romanico, uno dei più antichi della Lombardia.
6. Da Lierna a Lecco (17,6 km)
Il percorso, molto bello, si snoda per sentieri e mulattiere attraversando diverse frazioni con una meravigliosa vista sul lago. Si giunge quindi ad Abbadia Lariana alla chiesa di San Martino da dove si gode uno stupendo paesaggio.
Da qui è possibile proseguire a piedi fino a Lecco grazie al tracciato aperto nel 2020 raggiungendo Piazza Cermenati che si affaccia sul lago ed è dedicata ai naviganti: una bella similitudine con i pellegrini. La tappa si conclude a Lecco, alla Basilica S. Nicolo’ che si trova nei pressi della piazza ed è facilmente raggiungibile dal Lungolago.
7. Da Lecco a Calco (Arlate) (19,7 km)
A Lecco il percorso inizia subito dopo aver attraversato lo storico Ponte Azzone Visconti piegando a sinistra imboccando la “ciclopedonale dei laghi di Garlate e Olginate” (sponda destra dell’Adda).
Successivamente all’altezza del vecchio ponte ferroviario (ora ciclo-pedonale) per Calolziocorte si prosegue sempre rimanendo sulla sponda destra la “ciclabile fiume Adda” (sentiero ciclopedonale).
Siamo nel territorio del Parco Adda Nord e proseguendo si arriva a Brivio dove il pellegrino potrà immergersi nella “palude”, un sito naturalistico di pregio europeo, ricco di biodiversità e rigorosamente preservato. Lasciato Brivio, ad Arlate, una frazione di Calco, si incontra la chiesa dei SS. Gottardo e Colombano. Si tratta di una chiesa romanica, facente originariamente parte di un monastero (probabilmente femminile), posta sulla sommità di una collina che domina la Valle dell’Adda. La deviazione per la Chiesa è ben indicata sul cammino lungo l’Adda.
8. Da Calco (Arlate) a Vaprio d'Adda (23,3 km)
Restiamo sulla ciclabile del fiume Adda, nel territorio del Parco Adda Nord, e giungiamo a Imbersago, dove troviamo il “traghetto di Leonardo”, che prende il nome da Leonardo da Vinci, il quale ne studiò il meccanismo durante il suo soggiorno a Vaprio d’Adda.
Tra Paderno e Cornate incontriamo la “Forra dell’Adda”, uno dei tratti più spettacolari e di rara bellezza del fiume Adda. Si tratta di un canyon scavato nella roccia di origine glaciale e dominato dalla presenza dei famosi tre corni – tre massi erratici – che furono immortalati da Leonardo da Vinci in alcuni suoi dipinti. Poco prima di Porto d’Adda vediamo sulla sinistra il santuario della Madonna della Rocchetta, e lungo il percorso incontriamo anche stupende centrali idroelettriche (Bertini, Taccani, Esterle) costruite all’inizio del Novecento e tuttora funzionanti.
Superata Trezzo, con il suo castello, e Crespi, con il famoso villaggio industriale, proseguiamo sulla ciclabile del naviglio della Martesana, lasciando sulla destra la storica villa Castelbarco e giungiamo a Vaprio d’Adda. Nei pressi della Casa del Custode delle Acque (oggi sede della Pro loco e dell’Ecomuseo Adda di Leonardo) entriamo in paese e raggiungiamo l’antica chiesa di San Colombano già edificata prima del 1155, meta di questa tappa. Nella chiesa troviamo una unica ed antica rappresentazione di San Colombano secondo gli stilemi antichi: senza barba, con i capelli rossicci ed una tonsura rispettosa della regola con un saio bianco ed una colomba bianca sulla spalla destra.
All’arrivo in Vaprio, paese affacciato sull’Adda e sul naviglio della Martesana, si può godere dello stesso colpo d’occhio dipinto da pittori settecenteschi come Bernardo Bellotto e Gaspar van Wittel, così come il paesaggio raffigurato in un disegno leonardesco che ritrae il traghetto di Imbersago (oggi alla Royal Library di Windsor), è perfettamente conservato dopo oltre cinque secoli. In centro, non lontano dalla stupenda chiesa di San Colombano (vedi approfondimento), segnaliamo: la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, del XVIII secolo, e la parrocchiale di San Nicolò, edificata tra 1816 e 1817 su progetto dell’architetto Luigi Cagnola.
Villa Melzi, dove a lungo soggiornò Leonardo da Vinci lavorando agli studi sull’idraulica, la natura e il paesaggio lombardo, fa parte delle settecentesche “ville di delizia” frequentate nei mesi estivi dai nobili milanesi. Ville che ritroviamo anche nelle successive località affacciate sulla Martesana lungo il percorso verso Milano.
9. Da Vaprio d'Adda a Gorgonzola (17 km)
Tornati alla Casa del Custode delle Acque, seguiamo la ciclabile del naviglio della Martesana, sulla sponda sinistra, dapprima ancora immersi nella natura, poi in un paesaggio più urbano attraverso i paesi di Groppello (frazione di Cassano dove incrociamo il “ruotone” in legno, una grande ruota idraulica), Cassano d’Adda, Inzago, Bellinzago Lombardo e Gorgonzola.
Il percorso, punteggiato da antiche cascine, ed antiche “ville di delizia” del ‘700-‘800 (residenze prevalentemente estive dei nobili milanesi) è tutto in piano. La tappa si conclude presso la chiesa parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso.
10. Da Gorgonzola a Milano (21,6 km)
Riprendiamo il lato sinistro della ciclabile del naviglio della Martesana che costeggia il canale attraversando diversi Comuni: siamo ormai nell’area dell’hinterland milanese, ma il corso d’acqua e la vegetazione circostante rendono piacevole il nostro avvicinarci alla città.
Giunti a Milano, nei pressi della storica Cassina di Pomm, la attraversiamo fino ad arrivare nel cuore della metropoli, in piazza Duomo, per poi proseguire fino alla basilica di Sant’Eustorgio, dove si conclude la nostra tappa. La fondazione della chiesa risale al III-IV secolo, come testimoniano alcuni ritrovamenti di epoca paleocristiana all’interno dell’abside. Il campanile, realizzato intorno al 1300, è il più alto di Milano e sulla cima si può vedere una stella, simbolo dei Magi e del loro cammino: all’interno infatti sono conservate le loro reliquie.
È da questa basilica che idealmente riparte la peregrinazione di San Colombano verso Bobbio, e proprio da qui prendono le mosse anche le prossime tappe del nostro cammino: quelle che ci permetteranno, raccogliendo i timbri nei luoghi indicati, di acquisire il Testimonium Peregrinationis Peractae ad Sancti Columbani Civitatem. E’ l’attestato che comprova l’avvenuto pellegrinaggio alla tomba di san Colombano a Bobbio iene rilasciato con approvazione delle autorità religiose di Bobbio: il vescovo di Piacenza-Bobbio, il Capitolo della cattedrale di Bobbio, il prevosto della basilica di San Colombano, l’arciprete della cattedrale di Bobbio, il rettore del santuario della Madonna dell’Aiuto.
Insieme al Testimonium verrà consegnata anche la Chartula Peregrini, il “diploma” che viene rilasciato a tutti i pellegrini che arrivano a Bobbio a prescindere dalla distanza percorsa, e che riporta una preghiera di san Colombano.
11. Da Milano a Melegnano (23,3 km)
Mancano ancora 150 km per arrivare a Bobbio e questo tratto, con 12 credenziali, se compiuto con lo spirito del pellegrino dà diritto al testimonium, una volta arrivati sulla tomba di San Colombano.
Si parte dalla Basilica di Sant’Eustorgio, e passando per il Santuario Santa Maria dei Miracoli si arriva a corso di Porta Romana fino a Piazzale Lodi. Si imboccare poi via San Dionigi per raggiungere Nocetum, all’ingresso del Parco della Vettabbia. Imboccata via Sant’Arialdo si raggiunge l’abbazia di Chiaravalle, e costeggiando Parco Pertini, si arriva prima al centro di Poasco e poi all’abitato di Sesto Ulteriano.
La prossima tappa è l’abbazia di Viboldone ma prima di arrivare all’antico abitato occorre attraversare una zona industriale. Usciti dall’abbazia si riprende via Marignano e si segue poi l’indicazione per la piccola frazione di Mezzano. Entrati a Melegnano si raggiungere la chiesa di San Giovanni Battista, dove si conclude la tappa.
12. Da Melegnano a S.Angelo Lodigiano (23,4 km)
La tappa riprende attraversando il centro, costeggiando prima il castello Mediceo fino ad imboccare appena fuori una pista ciclabile che corre parallela alla SP 17 e porta a Cerro al Lambro, lungo via Mirandola.
Al termine dell’abitato si cerca la pista ciclabile che porta al ponte sul fiume Lambro e ne costeggia un breve tratto, per poi svoltare verso San Zenone al Lambro. Giunti in aperta campagna si arriva a Santa Maria in Prato, dove si può ammirare l’antica chiesetta. Costeggiano le cascine Milanino e Gallinazza, e attraversando poi cascina Fornace si arriva a Lodivecchio dove, dopo una visita obbligata alla Basilica dei XII apostoli, si riprende in direzione Sant’Angelo Lodigiano passando prima per il paese di Castiraga Vidardoe.
Un tratto di pista ciclabile porta, attraverso viale Zara, verso il centro di Sant’Angelo Lodigiano, costeggiando prima il castello visconteo e poi la basilica dei santi Antonio Abate e Francesca Cabrini, centro del paese.
13. Da Sant'Angelo Lodigiano a S.Colombano al Lambro (13,1 km)
Dalla piazza della Basilica ci si porta verso l’ospedale Delmati e, lasciandolo alle spalle, si imboccala via dei Boschi, detta anche Mio Lungo, circondato dai campi, che costeggia la cascina Belfuggito per poi proseguire fino alla cascina Belfiorito.
Qui, si incontra una cappellina dedicata alla Madonna del cammino e si comincia poi a salire verso il parco della collina di San Colombano, unica altura di tutta la pianura padana. Si percorre tutta la strada panoramica con pista ciclopedonale, tra vigneti, fichi e ciliegi (se si ha la fortuna di godere di una giornata tersa, si possono vedere gli Appennini alla destra e le Alpi alla sinistra).
Passata la località Madonna dei Monti, si scende per la Collada verso la Chiesa parrocchiale dedicata a San Colombano Abate e il centro del paese di San Colombano al Lambro, dove termina la tappa.
14. Da San Colombano al Lambro a Santimento (18,3 km)
Dal sagrato della chiesa dedicata a San Colombano attraversiamo il centro storico per poi uscire dall’abitato su viale San Giovanni di Dio dove il percorso diventa sterrato per un tratto ed entra nella campagna, tra campi di granturco e sporadiche cascine. Un altro sterrato, in mezzo agli alberi, completamente ombreggiato segue la roggia Cusana fino a ritrovare nuovamente il fiume Lambro. Abbandoniamo i prati, passiamo sotto alla strada provinciale e giriamo a destra verso Lambrinia, frazione di Chignolo Po.
Un piccolo sentiero sulla destra protetto da guardrail porta a percorrere il ponte che attraversa il Lambro e a riprendere una strada sterrata abbandonando la provinciale. Si imbocca così la ciclovia del Po, passiamo sotto al ponte della ferrovia e il cammino coincide per questo tratto con la Via Francigena in cima agli argini del fiume.
Sempre dritto sull’argine fino all’abitato di Corte Sant’Andrea giungiamo al Transitum Padi di Corte Sant’Andrea, dove attraversiamo il Po sulla barca dedicata proprio a san Colombano
Sbarcati sulla sponda emiliana del fiume, risaliamo l’argine e, tenendo l’argine sulla destra, si arriva a Santimento e alla chiesa di San Giovanni Battista, meta della nostra tappa.
14 bis. Da Corte Sant’Andrea (Senna Lodigiana) a Calendasco (PC)
Una alternativa all’attraversamento del Po, interamente ciclabile, con passaggio da Fombio (dove è possibile visitare la chiesa dedicata ai Santi Pietro Paolo e Colombano, del XVII secolo) è di 42 km fino a Piacenza e richiede 2 giorni in più di cammino. Passa per Guardamiglio e San Rocco al Po.